Soverato camping Le Giare /1, il parroco accusa: “Si è continuato a costruire su argini dei fiumi”

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006 - Le Giare 2015 - 10-09-2015 - sendLe parole risolute e ben chiare del parroco di Soverato don Pasquale Rondinelli si levano sopra le teste di politici, autorità civili e militari, giornalisti e familiari che piangono i loro cari scomparsi nel fango del camping Le Giare quella notte di quindici anni fa: “Venire oggi qui è riaprire una ferita, ma anche una lezione per imparare a rispettare le leggi della natura, perché certe condizioni di pericolo le creiamo noi”, ha esclamato don Pasquale nel suo discorso che ha preceduto la benedizione delle corone di fiori e dei cippi funebri sorti nel luogo della tragedia, all’ingresso nord di Soverato, dove il 10 settembre del 2000 persero la vita in tredici, quasi tutti volontari e disabili dell’Unitalsi di Catanzaro che stavano festeggiando la fine del campo estivo proprio in quel campeggio costruito nel greto del torrente Beltrame, torrente che dopo giorni di pioggia all’alba di quella domenica esondò con tutta la sua forza, sommergendo il campeggio.

002 - Le Giare 2015 - 10-09-2015 - send“Eppure dopo la tragedia si è continuato a costruire sugli argini dei fiumi, proprio qui in questo territorio”, scandisce don Rondinelli, “mentre invece avremmo dovuto tutti vegliare così come dobbiamo farlo ancora”. Un discorso preciso, rivolto alla politica e a tutti coloro che intorno all’edilizia ruotano, ma anche alle coscienze talvolta addormentate di tutti i presenti. E anche il sindaco, Ernesto Alecci, presente con il tricolore insieme alla sua giunta, al presidente del consiglio comunale, Francesco Matozzo e ai consiglieri di maggioranza, ha fatto cenno alle responsabilità ripartite tra Comune e Regione per la gestione del rischio idrogeologico. Tra i partecipanti alla cerimonia anche Salvatore Riccio, in rappresentanza della minoranza consiliare, e il consigliere regionale Arturo Bova. Presenti tra le autorità militari i vertici dei Vigili del fuoco, delle Fiamme gialle e della Capitaneria di porto, Saverio Sica e Giuseppe Di Cello, rispettivamente al comanando della Compagnia e della Stazione carabinieri di Soverato.

Una piccola folla più nutrita rispetto agli altri anni, una commozione e una tristezza che non passano, in questo quindicennale che impone il ricordo di tutti e tredici i morti di Soverato, ma anche di tutti coloro tra soccorritori e volontari Unitalsi che quella notte si adoperarono, anche rischiando, per salvare molte vite, di grandi e di bambini che oggi sono qui a dire “grazie”.

Teresa Pittelli (foto Oreste Montebello)

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