Catanzaro, “Il Decreto” di Gramiccioli commuove e fa riflettere il pubblico. Presenti Abramo e Sculco.

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Il Decreto
Gramiccioli a fine spettacolo
Gramiccioli con gli organizzatori

Arriva senza fare troppo rumore eppure fa il botto “Il Decreto” di David Gramiccioli al Comunale di Catanzaro, sabato scorso 17 febbraio, pièce teatrale sulla legge Lorenzin. Sala piena, quasi trecento persone a riempire la platea tra le quali anche molti medici, il sindaco Sergio Abramo e rappresentanti della giunta comunale tra cui gli assessori alle attività produttive Alessio Sculco e alle politiche sociali Lea Concolino. Di passaggio anche Silvia Vono, candidata 5 Stelle del collegio uninominale per il Senato, poi andata via per un comizio di presentazione della sua candidatura a Lamezia); una piccola folla di famiglie, genitori, operatori della sanità, semplici curiosi si è ritrovata dopo lo spettacolo a commentare, riflettere, applaudire Gramiccioli e le organizzatrici, le catanzaresi Anna Tolomeo e Valentina Lanzo, che hanno consegnato il ricavato della vendita ticket ai genitori di Iulia, costretti ad affrontare immense difficoltà quotidiane a causa della disabilità della piccola, legata secondo il loro racconto alle vaccinazioni alle quali è stata sottoposta.

Il Decreto
La platea

Ma cos’è “Il Decreto”, in tour in tanti teatri d’Italia e un po’ ovunque sold out, come è successo anche a Catanzaro? E’ un monologo del noto giornalista e narratore teatrale David Gramiccioli, da sempre impegnato in battaglie per i diritti umani, sulla genesi, i retroscena, le “coincidenze”, il contesto di forti pressioni politico-economiche che hanno accompagnato l’approvazione in Italia di un obbligo vaccinale inedito in Europa per ampiezza, con sanzioni ai genitori esitanti ed esclusione dalla scuola di infanzia per i bambini, per decreto legge imposto in piena estate, attraverso la fiducia, a un parlamento perplesso (Gramiccioli manda in onda spezzoni degli interventi in contrasto di Forza Italia, che alla fine ne permetterà il via libera), ma infine obbediente.

Con passaggi geopolitici che ricordano i fallimenti di alcune mega-operazioni vaccinali come contro l’H1n1 nel 2010, e la differenza tra il nostro Paese, pronto ad acquistare e poi “sprecare” oltre venti milioni di dosi, e altri paesi Ue che invece rifiutarono questo approccio, Gramiccioli ha guidato i presenti in un viaggio alla scoperta di pesanti condanne per frode e corruzioni alla ditta produttrice dei vaccini resi ora obbligatori, conflitti di interessi tra istituzioni e ditte farmaceutiche, certezze propugnate come dogmi ma senza supporto scientifico, censure e strani dietrofront della grande stampa anche sulla nascita e crescita del movimento di opposizione alla legge. Queste solo alcune delle tappe della “navigazione” che Gramiccioli propone al suo spettatore.

Una navigazione il cui timone è sempre la certezza per il giornalista-drammaturgo che i vaccini siano “una delle più grandi scoperte dell’umanità insieme alla potabilizzazione dell’acqua”. E che proprio per questo la loro importanza non vada confusa con alcune scelte politiche e commerciali che “con la scienza poco c’entrano”. Tra toni drammatici e momenti comici da commedia romanesca che strappano la risata del pubblico soprattutto quando parla di “Beatrice da Vitinia” (il ministro Lorenzin, ndr), la conclusione è una smentita di quelle che secondo Gramiccioli sono le “vere fake news” propinate al pubblico per obbligarlo in maniera indiscriminata, fideistica e poco convincente a un atto medico che andrebbe compiuto in sicurezza, consapevolezza e responsabilità.

“Per le statistiche mediche e farmaceutiche un figlio è un numero, ma per i genitori è l’universo. E’ giusta quindi la voglia di informarsi, porsi ragionevoli dubbi e riflettere insieme. Questo teatro pieno in Calabria vuol dire che questa regione è molto più viva – ha concluso Gramiccioli – di quello che altri vogliono far credere”. E indicativo è il messaggio mandato in serata all’attore da una dottoressa presente all’incontro, e pubblicato sul suo profilo fb. “Confesso che sono entrata in teatro con estrema diffidenza, ma poi in quel crescendo di emozioni che lei ha saputo trasmetterci mi sono sciolta come un ghiacciolo al sole! Resto convinta del valore imprescindibile delle vaccinazioni, ma sono uscita dal teatro con una convinzione ancora più grande: che si possa aprire una civile, responsabile e dovuta discussione sulla questione vaccini in questo Paese. Personalmente mi sento di dirle grazie, perché ho scelto di fare questa professione con estrema umiltà e dedizione solamente per il bene dei bambini”.

Teresa Pittelli

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