In realtà ciò che non piace ai terroristi del calcio e dello sport in generale è che mai come adesso qui differenze sociali, etniche e religiose non sono più discriminanti, anzi sono quei luoghi dove l’integrazione riesce meglio. Il calcio insegna il rispetto per i propri compagni e per l’avversario, a competere lealmente, ad affermarsi per merito. Sono questi valori i veri nemici dell’Isis, valori che, come ha sostenuto la società del Real Madrid in una nota, “non possono essere vinti dal terrorismo selvaggio”. Intanto l’Europol e i servizi segreti europei sono già all’opera per proteggere i campionati europei, Euro 2016, che si terranno in Francia a Giugno, perché come ha detto Rob Wainwright, il direttore di Europol, sono “un obiettivo attraente per i terroristi”. Noi dobbiamo fare nostre le parole espresse dalla nostra direttrice su queste pagine nell’editoriale del 14 Novembre 2015, all’indomani degli attentati di Parigi: « ..continuare a vivere secondo i valori fondanti della nostra democrazia, primo tra tutti la libertà. Resistere e dire no alla furia oscurantista che vuole negare le nostre radici e la nostra civiltà».
Saverio Fontana