Lo scorso 27 dicembre si è celebrata la festa della Santa famiglia e abbondano in questi soavi giorni sugli status facebook nostrani immagini del bambinello che gira per le case. So quindi che non è il massimo cominciare l’anno, per di più di domenica, con un mio scritto in stile felino, graffiante e irriverente sulle burle, le commedie, le falsità e i conflitti che proprio in seno alla sacra famiglia nascono e crescono, come piccoli bubboni che se non curati aumentano di dimensioni fino prima o poi a scoppiare, spesso e volentieri proprio durante le feste natalizie, quando tra pranzi, cene, regali e calici alzati si è costretti a stare insieme molto, a volte troppo, tempo rispetto alla media annuale.
Perdonate quindi la mia tagliente ironia che disturberà la pace delle famiglie unite, ma forse parlare di certi tabù può servire a liberarcene, a superarli, invece che rimuoverli fingendo sempre che vada tutto bene sempre e con tutti, quando scientificamente e statisticamente non può essere così, perché ognuno ha una personalità ben definita che trova altrettante affinità e definitive incompatibilità nel mondo esterno. E dove queste affinità/incompatibilità si esercitano di più se non nel primo laboratorio sociale per eccellenza, che è la famiglia, sia d’origine che acquisita?
Cominciamo da una delle mie categorie preferite, per la quantità e varietà di gioie e dolori che portano in famiglia: le cognate. Nella mia lunga e (ahimè) variegata vita familiare ho elaborato quattro categorie. Che ovviamente rappresentano quattro estremi entro cui si muovono, ci muoviamo, tutte noi con cinquanta sfumature di grigio…e di rosa. Vista infatti la specificità del tema, legato alla tipica incazzosità femminile, coniugherò i vocaboli al femminile, anche se lo stesso discorso può valere per i maschietti. Eccole qui:
LA IENA RIDENS. La iena rindens è la categoria più temibile di cognate, soprattutto per le donne. La cognata iena si presenta molto bene, sorriso quasi sempre smagliante, capello fresco di parrucchiere, non di rado con un dolcetto appena sfornato dalle sue manine d’oro. Mantiene un comportamento all’apparenza delicato, ma non appena tu, inconsapevole, abbassi la guardia rispondendo ai suoi sorrisi e alle sue smancerie, arriva il morso, spesso fatale: può essere una staffilata sul tuo look poco alla moda o le ex fidanzate di tuo marito dall’asilo all’università, snocciolate a tavola davanti all’intera famiglia acquisita; può essere che finga di non vederti in pubblico, quando poco prima davanti ai suoceri grondava amore diffuso; può essere che ti faccia semplicemente sentire in colpa o a disagio con una serie di comportamenti passivi, dalla noncuranza quando le parli al fuggevole accenno a presunte offese risalenti a dodici anni prima, ma ancora non dimenticate. Antidoto: mantenere la guardia alta, sorridendo.
LA MAESTRINA. La cognata maestrina è una cara donna, affezionata sinceramente a te e ai tuoi figli, ovvero i suoi nipoti, che ha l’unico difetto di essere tuttologa, e di pretendere di insegnarti tutto, ma proprio tutto, sin da quando ti ha conosciuta, dal tipo di bouquet scelto per impalmare suo/tuo fratello o cognato ai segreti dell’allattamento e della crescita di bambini felici, fino al pagamento della Tasi e ad alcuni elementi di astronomia. Il problema della maestrina è che è spesso poco empatica, nel senso che le sue buone intenzioni e la sua effettiva concretezza nello svolgere compiti che tu non ti sogneresti mai nemmeno di iniziare – come imbandire in un’ora una tavola per diciotto a Capodanno o tenere occupati per un’intera giornata i tuoi e i suoi figli impiegandoli anche in utili lavoretti domestici – sono tipicamente bilanciati da una notevole incapacità di ascolto dei tuoi sentimenti e delle tue esigenze. Antidoto: apprezzarne qualità e slanci sinceri, lasciando cadere le sue conversazioni-monologo quando superano i 15 minuti.
L’INDIFFERENTE. La cognata indifferente è colei che diversamente dalla iena o dalla maestrina non ti tormenterà mai con musi lunghi o comportamenti fuori luogo, semplicemente perché lei non è interessata a te e alla tua vita, che considera solo un’appendice del fatto di aver sposato un tuo familiare/che hai sposato un suo familiare. L’indifferente svolge i suoi compiti di cognata con ottima organizzazione, presenzia con diligenza alle principali cerimonie familiari e feste comandate in corso d’anno, per sparire magicamente tutto il resto del tempo, cercando di defilarsi da un rapporto più personale. L’indifferente sa che per il buon andamento delle public relations familiari occorre sopportarti ogni tanto, ma sa anche dosare con il contagocce il tempo trascorso insieme, in modo che la sua sfera non sia invasa troppo dalla tua (ingombrante) presenza. Antidoto: Puoi provare a renderle pan per focaccia, sparendo, ma le faresti solo un favore! Meglio armarsi di pazienza e valorizzare il tempo che lei ti concede di passare con i suoi congiunti/tuoi parenti.
L’AMICA. La cognata amica è la cosa più preziosa che troverai entrando in una nuova famiglia o lasciandola entrare nella tua; l’amica è quella che metterà da parte le sue ragioni per ascoltare le tue; è quella che vuole conoscerti e apprezzarti in quanto persona, unica e rara, e non soltanto in quanto moglie/sorella di…; l’amica è quella che ha fatto bingo incontrandoti e lo sa, con la quale puoi confidarti e ridere delle calze assurde che ha messo la zia Pina, o piangere insieme a te per un’angoscia che gli altri non immaginano neppure. L’amica non vuole paragonare la tua casa, la tua professione, le tue cose e le tue idee alle sue, ma affrontare vicine, in una sorellanza che include l’essere entrambe donne, mogli, madri, zie e nuore, questa vita in famiglia, in modo da darle un sorriso e un sapore in più. Voi l’avete incontrata??? (Io non ve lo dico).
E tu, che cognata sei?
Buon anno felino. Mamma Felix