Un pezzo di noi. Il pubblico del Politeama, soprattutto i tanti che i film di Carlo Verdone li hanno visti al cinema fin dal mitico Un sacco bello, di cui ricorre il quarantennale, ha espresso all’unanimità con applausi, risate e standing ovation questo pensiero, questa nostalgia, questa gioia di rivivere non solo quaranta anni di straordinaria carriera di un grandissimo della commedia italiana. Ma proprio di ripercorrere ricordi personali, atmosfere, stati d’animo individuali e generazionali che hanno scandito gli anni. I migliori, i peggiori, una vita. Arricchendoli o alleggerendoli sempre con la risata che libera, la battuta fulminante che incide i costumi di un’epoca.
E si rideva come la prima volta guardando le clip dei film più famosi, mostrate a commento della pregevole intervista condotta da Fabrizio Corallo a un Verdone che si è detto subito felice di essere per la prima volta al Politeama di Catanzaro, desideroso di conoscere la città, a suo agio nel raccontare al pubblico i momenti epici e decisivi di questa carriera. Dagli esordi nel ’77 in un teatrino off con le imitazioni dei personaggi (puntualmente riproposte alzandosi in piedi e strappando gli applausi in sala), al successo di Un sacco bello, dagli episodi divertenti come l’arruolamento seduta stante dell’indimenticabile “sora Lella”, al ricordo del padre, grande intellettuale che ha formato e sostenuto la sua vocazione, insieme alla mamma docente di lettere, così come del suo grande maestro e mentore, Sergio Leone.
Punto fermo nel suo percorso l’amore smisurato per la musica (non a caso la serata al Politeama era parte della sezione Cinema e Musica) e per grandissimi musicisti, molti dei quali – Roger Waters, David Bowie, David Gilmour solo per citarne alcuni – conosciuti da Verdone in quegli anni fondamentali per la scena rock, e diventati poi suoi amici ed estimatori. Il regista ha raccontato anche la svolta che a un certo punto lo ha convinto ad abbandonare il filone dei “personaggi”, le maschere romane che lo hanno fatto conoscere e consacrato, per rinnovarsi su un registro più riflessivo e attento alla società. Così sono arrivati i grandi successi anni ’90, basta pensare a Compagni di scuola, Maledetto il giorno che ti ho incontrato, Viaggi di nozze. Intensa la carrellata offerta al pubblico catanzarese delle splendide attrici che hanno ispirato i suoi film. Da Eleonora Giorgi a Margherita Buy a Laura Morante, Francesca Neri, Stefania Rocca, Claudia Gerini, Paola Cortellesi fino ad arrivare ad Anna Foglietta, protagonista del nuovo film in uscita nelle sale il 26 febbraio, Si vive una volta sola.
A colpire, la reale umità dell’uomo, che ha detto “di non essersi mai sentito arrivato o un protagonista”, di essersi limitato a “fare quello che sa fare, quello che gli piace fare”, ritenendosi enormemente fortunato di averne avuto la possibilità. “Io più che altro vivo da fan, ringrazio i grandi della mia epoca, piena di ideali e di fermenti culturali. A casa mia ho tantissime fotografie con le dediche, penso a quella di David Linch, Alberto Sordi, Federico Fellini (entrambi grandi archetipi della sua arte, il primo “non imitabile da nessuno perché unico”, ha voluto sottolineare Verdone, il secondo descritto con affetto nel momento del declino, quando “si era chiusa un’epoca e Fellini non riusciva più a fare i film che avrebbe voluto, grandiosi e costosissismi”). Statura umana e intellettuale dietro un amore corrisposto con il cinema e il pubblico che dura da quasi cinquant’anni e si rinnova sempre. Basta pensare alla sua prima serie, “Vita da Carlo”, voluta da Amazon Prime e prodotta insieme alla Filmauro di De Laurentiis, che uscirà in dieci puntante nel 2021.
Alla fine della serata, in virtù della proverbiale ipocondria ed enorme esperienza acquisita nella conoscenza del prontuario farmaceutico, immortalate anche in alcuni film, che gli sono valse già una laurea ad honorem alla Sapienza, il presidente dell’ordine dei farmacisti di Catanzaro, Vitaliano Corapi, insieme al vicepresidente e professore dell’Umg, Massimo Fresta, gli hanno conferito una targa ad honorem.
Un evento straordinario che rimarrà negli annali della storia del teatro cittadino, voluto fortemente dal sovrintendente del Politema, Gianvito Casadonte, che nel presentarlo all’inizio della serata, senza nascondere la forte emozione, ha raccontato di “averlo inseguito per anni”. Un gioiello incastonato in una stagione tutta sold out che stasera porterà in scena l’irresistibile comicità di Dino Abbrescia con “Raccondino”.
Teresa Pittelli