Progettazione integrata, comprensoriale, puntando sulle risorse migliori che già ci sono, dall’agricoltura hi-tech ai borghi, a infrastrutture comuni che sappiano rendere l’esperienza del turista nel basso jonio unica e varia. Difendendo insieme i servizi essenziali come la sanità e i trasporti da/per la costa jonica e il suo entroterra. Queste sono alcune delle indicazioni arrivate dall’incontro che si è tenuto ieri sera a S. Andrea Apostolo dello Ionio (Cz) in occasione della presentazione del libro Le vie del riformismo di Michele Drosi, sindaco di Satriano, vicesegretario Pd provinciale e presidente Anci piccoli comuni, alla presenza di Nicola Ramogida, sindaco di S. Andrea, e Pino Soriero, dirigente Pd e membro della Svimez. La lente “riformista” con la quale Drosi ha affrontato questioni all’ordine del giorno del dibattito pubblico come il welfare e il contrasto alla povertà, lo sviluppo sostenibile che arriva dalla valorizzazione di quel che si ha sul territorio, l’isolamento del Mezzogiorno, la programmazione dei fondi europei, la lotta alla burocrazia, gli ha permesso di fare anche autocritica rispetto alla “politica degli annunci del premier Matteo Renzi, quando dice che sarà inaugurata la Sa-Rc, o quando annuncia il ddl anti-povertà tagliando poi la reversibilità”.
Un’autocritica rilanciata da Soriero, dirigente Pd e membro della Svimez, autore a sua volta del volume Sud, vent’anni di solitudine che ha ricordato di aver tagliato lui stesso il nastro della trasversale delle serre nel 1991, e dopo venticinque anni il tratto non è finito, anzi resta interrotto. Soriero si è “rivoltato” in qualche modo anche con il partito provinciale, pungolando pure Drosi con un richiamo alla “necessaria accelerazione dei congressi perché una parte del partito si è adagiata”. Soriero ha quindi accolto con entusiasmo “la proposta unitaria di sviluppo territoriale della zona” ipotizzata nel corso dell’incontro da Drosi e Ramogida, aggiungendo che occorre tornare a parlare del porto e della pesca. E tra le proposte c’è l’idea di un lungomare di collegamento dei quattro comuni, con ciclabili, infrastrutture e percorsi di attraversamento in prossimità dei fiumi; idea che si può estendere agli altri comuni della costa e che si arricchirebbe in caso di realizzazione del porto. Proposta al momento in stato embrionale, dal momento che è solo un’ipotesi di studio dei quattro sindaci di Satriano, S. Andrea, S. Sostene (presente all’incontro la prima cittadina Patrizia Cecaro) e Davoli (guidato da Giuseppe Papaleo). Ma sulla quale i quattro sindaci sperano di avviare già in questi giorni un’interlocuzione con la Regione, anche in vista della nuova programmazione dei fondi Ue.
“Siamo tartassati, non riusciamo a fare il nostro compito che è erogare servizi, ma in questa zona siamo in tanti, sindaci del Pd o meno, a non poterci limitare alla lamentela verso Roma o la Regione ma a dover dimostrare che sappiamo fare la nostra parte, superando campanilismi e autoreferenzialità”, ha spiegato Drosi. Ramogida ha focalizzato “sul ruolo dei piccoli centri che nelle difficoltà devono utilizzare le risorse che ci sono e trovarne altre, innanzitutto per far funzionare al meglio l’esistente: basta pensare ai sistemi idrici e fognanti che in estate puntualmente diventano emergenza – ha spiegato il sindaco – o alla linea jonica non elettrificata, alla sanità che deve rimanere al servizio di un territorio geograficamente particolare, che non può essere ridisegnata sulla carta a Roma”.
Sia gli amministratori che il pubblico intervenuto in un appassionato dibattito hanno posto l’accento sulla green economy e il ritorno alla terra come grande chance di occupazione e sviluppo, ovviamente in un’ottica moderna e innovativa, sulla scorta delle produzioni regionali vinicole e olearie che mostrano segnali incoraggianti. Marisa Gigliotti, architetto e referente Slow Food sul territorio, ha ricordato “l’importanza delle aree interne nelle attività produttive tipiche come quelle alimentari che il mondo ci invidia”, mentre il suo collega Nuccio Renda ha sottolineato la necessità di “una cooperazione, un fare insieme qualcosa di buono anche se non ci siamo abituati come mentalità”, che è il modo vero di declinare “le vie del riformismo”.
Teresa Pittelli