Stamattina la Squadra Mobile di Catanzaro ha sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria Giovanni Passalacqua, classe 1968 e Giovanni Veneziano, classe 1980. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip. presso il Tribunale di Catanzaro, al termine di indagini serrate, coordinate dalla Procura Dda di Catanzaro. Gli odierni indagati, qualificati esponenti della criminalità locale, sono accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, a spese di un imprenditore catanzarese. I due sono ritenuti autori in concorso dell’estorsione contestata, in quanto avevano fatto visita al titolare di un rinomato locale di ristorazione del quartiere marinaro del capoluogo, per investirlo di una pretesa estorsiva, malcelata dietro l’intento di offrire un servizio di “guardiania” al locale, che poteva essere preda, a loro dire, delle cattive intenzioni della criminalità nomade.
I due si presentavano all’imprenditore come emissari della ‘ndrangheta locale per “proteggerlo” dalla criminalità rom. “Passalacqua e Veneziano si accreditavano agli occhi dell’imprenditore – sostiene il provvedimento cautelare – facendogli presente che stavano parlando in nome e per conto dei clan mafiosi operanti lungo il litorale del medio e basso jonio, certi di convincere la vittima a cedere al ricatto e a confidare nella loro “capacità” di tenere a bada le intemperanze della criminalità rom”. La protezione che i due stavano imponendo all’imprenditore richiedeva, già alla costituzione del rapporto estorsivo, un primo emolumento; la vittima nella circostanza corrispondeva ai pretesi “protettori” solo un acconto rispetto alla pretesa richiesta. Intascato l’acconto, i due lasciavano il locale, non senza fornire al titolare un loro recapito telefonico, ed esplicitandogli nel contesto una velata minaccia consistita nel raccomandargli di custodirlo per bene, perché di lì a breve ne avrebbe avuto bisogno.
Questura di Catanzaro, 25 settembre 2015