Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro sulla Giornata Internazionale delle Donne presso l’Itt Malafarina organizzato dagli studenti di due prime classi dell’istituto i quali hanno raccontato le storie di quattro donne calabresi vissute nel secolo scorso in alcuni paesi della provincia di Catanzaro, storie – a loro dire – esemplari ma sconosciute. A coordinare gli interventi è stato Daniele Persampieri. Dopo il saluto ai partecipanti del vice preside Enzo Pultrone, il primo a intervenire è stato Daniele Vetrano il quale ha raccontato la storia di Carmela Borelli, una contadina che nel 1929 sacrificò la propria vita per proteggere i suoi due figlioletti durante un’improvvisa bufera verificatasi nelle montagne di Sersale.
“In quella circostanza – ha raccontato Vetrano – la donna non esitò a togliersi le vesti per riparare i propri figli. Il gesto eroico non fu vano, infatti i bambini, grazie al calore del corpo della donna ed al sacrificio estremo, riuscirono a salvarsi”. E’ seguita la lettura, da parte dello studente Antonio Sciumbata, della struggente e profonda poesia del poeta dialettale Vittorio Butera intitolata “Mamma Carmela”. Il secondo intervento è stato quello di Maria Giovanna Staglianò la quale ha descritto la storia di Cecilia Faragò, nativa di Zagarise e vissuta nel XVIII secolo, che fu accusata di stregoneria nel periodo in cui lei viveva nel paese di Soveria Simeri. Cecilia fu difesa dall’avvocato Raffaelli il quale riuscì a smontare le accuse (da lui definite un “vago romanzetto”) e a dimostrare anche, partendo dalla cultura greca, la non esistenza della stregoneria. Nonostante tutto la sfortunata donna calabrese morirà sola e senza averi.
“La storia di Cecilia Faragò deve essere considerata come emblema della lotta al pregiudizio”, ha affermato Staglianò. E’ seguito l’intervento di Giorgia Cosentino che ha raccontato la vicenda di Giuditta Levato, contadina nativa di Calabricata che fu uccisa nel 1946 a seguito degli scontri che si verificarono nella lotta al latifondo. “Il messaggio di Giuditta, divenuta tristemente celebre per essere stata la prima vittima della lotta al latifondo in Calabria, si può cogliere dalla sua personale vicenda divenuta simbolo dei valori trasmessi dal movimento contadino: l’attaccamento alla terra, il protagonismo delle donne, il rifiuto di subire l’arroganza del latifondo, il desiderio di giustizia sociale e di un mondo migliore”, ha affermato Cosentino.
Il quarto intervento è stato di Salvatore Agresta il quale ha descritto la storia di Concetta Lombardo, ragazza di 24 anni molto religiosa che nel 1948 fu uccisa da un uomo sposato che si era invaghito di lei e che, di fronte all’ennesimo rifiuto della giovane in nome dei valori cristiani, non aveva esitato a colpirla a morte con una pistola. “Io non vorrei che la storia di Concetta Lombardo venisse interpretata unicamente come un episodio di efferata violenza perpetrato nei confronti di una donna. Oggi i valori morali in questa nostra società vengono spesso ridicolizzati in nome di una presunta libertà. Il messaggio di Concetta Lombardo richiama fortemente alla fede cristiana e al rispetto dei valori autentici dell’amore, della famiglia e della libertà”, ha dichiarato Agresta.
Hanno destato grande interesse, inoltre, gli intermezzi musicali a cura di Domenico Lopilato e Gregorio Galati i quali hanno cantato canzoni, composte da loro stessi, dedicate alle quattro donne. Iniziative come queste, realizzate nell’ambito delle attività di potenziamento dell’Itt “Malafarina” il cui referente è il professore Giuseppe Pisano, dovrebbero ripetersi nelle prossime settimane. E’ in preparazione, infatti, un nuovo incontro con la partecipazione diretta degli studenti sulla tematica – ancora poco discussa nelle scuole – del gioco d’azzardo.
Giuseppe Pisano