Domenica scorsa a Squillace si è ripresentato un altro caso di avvelenamento animale. La notizia ha fatto rabbrividire cittadini e amanti degli animali, sopratutto quelli che ricordano il massacro che un anno fa aveva causato la morte, nel giro di pochi giorni, di 18 cani per cause simili. Questa volta, a seguito di una segnalazione, Teresa Maida, del Comitato cittadino “A difesa degli amici a 4 zampe” di Squillace, si è recata in via Damiano dove ha trovato una cucciola randagia che giaceva sofferente dalle 6 del mattino sul ciglio della strada. Dopo 10 ore di agonia, la cagnetta è stata soccorsa dalla Lega del Cane di Soverato e portata subito dal veterinario.
“Ancora per una volta persone ignoranti che non hanno nulla da fare si divertono a spargere veleno vicino ai cassonetti dell’immondizia, avvelenando così tanti cani e gattini randagi”, denuncia Maida nel suo post di Facebook. E aggiunge che “questa cucciola soffriva da ore senza che nessun cittadino o autorità si fermasse a soccorrerla”. La cagnetta si trova ricoverata presso il Centro Veterinario Sirio di Soverato e le sue condizioni tutt’ora rimangono molto gravi. “Lotta per la sua vita, i suoi cuccioli invece non ce l’hanno fatta… era incinta di 20 giorni”, spiega Francesco Sinopoli, veterinario del Centro.
L’ipotesi del dottore è che i veleni usati siano un “mix di rodenticidi (veleno per topi) e organi fosforici (pesticidi agricoli), amalgamati insieme a della carne macinata per formare piccole polpette che sono state rilasciate in prossimità di un parco giochi per bambini. Ma la cosa peggiore non è solo la recidività dell’atto, bensì chi ha fatto questo non ha tenuto in considerazione che con questo gesto – sottolinea Sinopoli – mette a rischio anche la vita dei bimbi che involontariamente possono venire a contatto con il veleno”.
Dopo la strage del 10 ottobre scorso a Squillace, Serena Voci, presidente della Lega del Cane Soverato, non aveva ravvisato convenzioni del Comune con qualche canile. E aveva già invitato il sindaco ad adeguarsi alle leggi. A distanza di un anno, qualcosa sarà cambiato? “Se l’amministrazione non fosse ancora tutelata dalla convenzione con un canile questa volta ci muoveremo con più forza per farci sentire”, avverte furiosa Voci, secondo la quale l’amministrazione non avrebbe posto mano alla grave situazione con la giusta attenzione, preoccupandosi anche di creare un carro allegorico con “la carica dei 101” in prossimità del carnevale, e di tenere una messa a favore di tutti gli animali del paese. Eventi che Voci, stante la strage di Cani, percepisce come “una provocazione per chi assiste inorridito a queste azioni inumane e senza colpevoli”. Intanto, la prognosi della cagnetta è riservata e bisognerà aspettare almeno 48 ore per essere certi del suo destino. Camilla, come l’hanno battezzata, continua la sua lotta per la sopravvivenza, lo stato di convulsioni è stato superato e sta facendo una terapia sintomatica, prendendo anche vitamina K che viene somministrata quando si viene a contatto con rodenticidi. Una volta stabilizzata, e se si riprenderà, la via per la guarigione resta comunque lunga.
Isabelle Nieto