“Ho il crocifisso nella mia stanza e certamente resterà lì, così come nelle aule. E quest’anno faremo un grande presepe all’entrata dell’istituto Malafarina”. Domenico Agazio Servello, dirigente dell’istituto comprensivo Ugo Foscolo che comprende scuola media, primaria e dell’infanzia, oltre che dell’istituto tecnico per geometri “G. Malafarina” di Soverato, ha idee molto chiare sulle polemiche imperversate in questi giorni sull’argomento, dopo che il preside di una scuola di Rozzano (Mi) è finito nella bufera, accusato di aver annullato le tradizionali feste natalizie per non offendere gli alunni di altre fedi, musulmani in primis (in realtà il preside ha chiarito in questa lettera in cui rimette il suo mandato di essere stato in buona parte strumentalizzato).
Dottor Servello, lei si schiera con il suo collega dirigente o con chi ne ha chiesto la testa?
Beh innanzitutto devo dire che noi come dirigenti non possiamo essere rimossi e andarcene a casa, semmai si rimette l’incarico triennale nelle mani del direttore generale, che poi deciderà. Detto questo la vicenda del collega è stata un po’ mistificata, come lui stesso ha appena chiarito. Se vuol sapere come la penso, però, affermo che le nostre tradizioni e la nostra identità religiose vanno rispettate e preservate. Solo se rispettiamo noi stessi possiamo chiedere rispetto agli altri.
Ci sono studenti stranieri negli istituti cittadini che lei dirige?
Abbiamo una ventina di ragazzi stranieri, provenienti soprattutto dal Marocco e dalla Turchia, ma anche da Bangladesh e Libia, all’itt “Malafarina”, che conta circa 600 studenti. E qualche ragazzino straniero lo abbiamo anche tra scuola media e primaria. Sono una trentina, compresi una decina di italiani, gli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica al Malafarina. C’è sempre massimo rispetto per la diversità di culto, e le ore di religione questi ragazzi le impiegano in laboratori o lezioni alternative. Un rispetto e una disponibilità totali nei loro confronti che però non c’entrano nulla con il dover rinunciare alla nostra identità, perché sarebbe un grosso tradimento nei confronti delle nostre radici culturali, oltre che religiose, ma anche una mancanza di fiducia nell’apertura al dialogo delle persone di altre fedi, nella loro tolleranza e nella loro capacità di rispettare il Paese che li ospita.
Quest’anno prevedete quindi festeggiamenti natalizi ancora più “sentiti”?
Esattamente. Proprio per quest’atmosfera di polemica e confusione che si è creata abbiamo progettato un grande presepe all’ingresso dell’istituto tecnico, oltre che i presepi, le recite e le altre iniziative in tutto l’istituto comprensivo. Pensi che una docente mi ha riferito che una mamma si è opposta addirittura all’arrivo di Babbo Natale per i bambini. Ma le ho risposto che se non le va bene neanche Babbo Natale ci si può alzare e andarsene prima, ma non lo si può negare a tutti gli altri!
Teresa Pittelli