Davide vince contro Golia, ovvero la giovane Denise Trotta, difesa dallo studio legale degli avvocati Matteo e Vincenzo Caridi di Soverato (Cz), contro il colosso internazionale Alitalia, assistito da un collegio di legali quasi tutti professori e docenti universitari in prestigiosi atenei, dalla Luiss di Roma all’Università Roma Tre alla Ca’ Foscari di Venezia. A spuntarla è stata appunto la giovane dipendente che era stata licenziata dalla compagnia aerea all’inizio del 2014, nell’ambito di una procedura di mobilità seguita agli accordi sottoscritti tra Alitalia ed Etihad Airways, la società degli Emirati Arabi che ne ha rilevato il 49% .
La sentenza del tribunale di Roma, sezione lavoro, depositata il 16 giugno scorso, stabilisce che il licenziamento è illegittimo accogliendo la tesi difensiva dello studio Caridi, secondo la quale la procedura avrebbe violato gli stessi accordi sindacali per non aver rispettato i criteri di selezione nella scelta degli esuberi (carichi di famiglia, anzianità, esigenze tecnico-produttive aziendali), e sarebbe inoltre nullo per violazione della legge italiana e del diritto dell’Unione europea, in particolare il divieto di “deroghe al mantenimento dei diritti dei lavoratori nel caso di cessione d’azienda (articolo 2112 codice civile) in assenza di un vero stato di crisi di Alitalia”.
“Due motivi entrambi accolti dal tribunale capitolino, che in questo modo stabilisce un precedente che potrebbe rivelarsi molto importante”, spiega con soddisfazione Vincenzo Caridi. Sarebbero attualmente centinaia i ricorsi pendenti da parte di dipendenti della compagnia di bandiera che hanno subito la procedura di licenziamento. Il tribunale ha condannato Alitalia-Cai (compagnia di bandiera italiana) al reintegro della lavoratrice e al pagamento di un risarcimento commisurato alla retribuzione “persa” tra il licenziamento e la reintegrazione, oltre che alle spese legali.
Teresa Pittelli
