“Un progetto che dal punto di vista ambientale impatta con una cementificazione in uno dei più bei tratti di costa e una procedura che presenta aspetti di irregolarità”. Questo il giudizio di Francesco Severino, consigliere comunale di minoranza al Comune di Soverato (gruppo Pd-Oltre), oltre che segretario del circolo Pd locale. Severino ha chiesto l’accesso agli atti del Comune qualche giorno fa, subito dopo l’aggiudicazione della gara per l’appalto integrato da 2,7 milioni di euro alla ditta Mirabelli (Cs) da parte del Comune. Per quanto riguarda le presunte irregolarità, i dubbi di Severino si appuntano su tempi e modalità della procedura di gara. “Come mai l’amministrazione ha annullato a giugno la delibera del commissario Salvatore Mottola di Amato che stoppava la procedura ritenuta irregolare, e poi per mesi è stata inerte, riducendosi ad aggiudicare la gara a metà settembre?”, spiega Severino, che chiede di vederci chiaro anche sulle modalità di nomina dei commissari (Michele Menniti responsabile urbanistica del Comune, e i professori universitari Laura Thermes e Carlo Terpolilli, ndr).
“Ora che la gara è stata aggiudicata provvisoriamente occorreranno alcuni giorni per le verifiche documentali, e poi un altro mese potrebbe passare prima di sottoscrivere il contratto: come si farà, dunque, in uno spazio così ristretto, a eseguire i lavori e rendicontare tutte le operazioni alla Commissione europea entro fine dicembre?”, chiede ancora Severino, ricordando che in mezzo ci saranno anche le ferie natalizie. “Indipendentemente da una eventuale proroga o meno, lo spazio risulta davvero esiguo e il finanziamento è a fortissimo rischio. Se si perderà, come è probabile, il Comune potrebbe dover pagare anche il risarcimento alla ditta. Non era quindi meglio dare retta a chi, come noi, consigliava di non ritornare indietro sulla decisione presa dal commissario, anche sulla scorta delle interlocuzioni con la soprintendenza ai beni paesaggistici, e indire un nuovo appalto? Magari avremmo fatto anche prima – insiste Severino – e non ci troveremmo in questa situazione di incertezza”.
“L’aspetto ambientale è comunque quello più problematico: il progetto preliminare comporta una cementificazione in riva al mare, con un muro alto oltre 2 metri e mezzo che impedirà la vista di una parte del litorale. Io dico che quando un progetto può essere dannoso per le risorse ambientali della comunità è meglio perderlo”, sottolinea il consigliere, ribadendo che “il progetto definitivo non può discostarsi in maniera sostanziale dal preliminare”. La mostra dei progetti in gara, così come l’eventuale suddivisione in lotti dei lavori per facilitare un’eventuale proroga, entrambe azioni annunciate da Vacca, “travalicano abbondantemente le competenze dell’assessore invadendo pesantemente i compiti esclusivamente riconducibili al responsabile dell’area lavori pubblici e al direttore dei lavori – afferma Severino “e dimostrando di non conoscere i dettami della legge o, peggio di volersi occupare, chissà perché, di questioni che non attengono al suo ruolo”.
Severino tiene infine a replicare all’invito lanciatogli da Vacca a espletare il suo incarico in Regione in maniera “meno dilettantesca”, ricordando che il suo “è un comando retribuito nella stessa entità prevista dall’ente di provenienza e portato avanti con serietà e competenza, e non in maniera “dilettantesca”, caratteristica che accomuna l’intera compagine amministrativa che, in quanto a indennità e prebende, pesa esclusivamente sul già gracile bilancio del comune di Soverato”. Quanto al watefront, in attesa di completare l’accesso agli atti Severino annuncia un esposto a Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, e promette che “non risponderà più a mezzo stampa” all’assessore Vacca, invitandolo piuttosto “a un confronto pubblico sui temi in questione, per far avere ai soveratesi ulteriori elementi per riflettere e comprendere come sia opportuna un’alternativa di governo per la nostra città”.
Teresa Pittelli