Il dialetto e le tradizioni popolari calabresi s’imparano a scuola con un’iniziativa editoriale ideata dalla Regione Calabria, la fondazione Carical e la Donzelli editore. L’idea nacque quasi un’anno fa, quando Ausilia Siciliano, docente dell’Istituto comprensivo Ugo Foscolo di Soverato, assisté alla presentazione del libro “Re Pepe e il vento magico” organizzata dalla rassegna culturale Destate Emozioni, e volle avvicinare questo magico mondo alle nuove generazioni, questa volta però riscoprendo la bellezza del dialetto calabrese e l’enorme bagaglio culturale con le fiabe di Letterio Di Francia.
I ragazzi della I e II media B della scuola media Ugo Foscolo sono stati inseriti nel progetto “Fiabe e novelle calabresi” che ha la finalità di promuovere l’opera nelle scuole attraverso un programma di sperimentazione didattica con laboratori di ascolto, lettura e teatralizzazione delle fiabe che permettono di approfondire la conoscenza di alcuni essenziali elementi lessicali e linguistici propri del dialetto calabrese.
Il progetto, iniziato a dicembre 2015, si è concluso lunedì scorso nel salone della libreria Non ci resta che leggere. Sono stati presenti Bianca Lazzaro, traduttrice e curatrice del libro; e l’attore Antonio Pittelli, che ha letto alcune fiabe nella versione dialettale. “E’ stata una splendida occasione di confronto con ragazzi particolarmente attenti e appassionati, in grado di fare osservazioni acute e mai banali sulle fiabe – afferma Bianca Lazzaro -. Occasioni di confronto come questa confermano che il lavoro di recupero del patrimonio fiabesco calabrese di Di Francia merita di essere trasmesso ai ragazzi che, se opportunamente stimolati, rispondono con grande entusiasmo e curiosità culturale”.
Con questo libro, che raccoglie 61 storie di personaggi dai nomi strani e che ricordano spesso quelli più noti delle fiabe europee, i ragazzi hanno potuto sognare ad occhi aperti e riportare al presente dei sapori antichi, ma in un contesto mediterraneo e dialettale. “Al inizio ero un po’ prevenuta e intimorita perché non parlavo il dialetto e ho dovuto affiancarmi ai miei compagni – racconta una studentessa durante la sua relazione -. Ora mi piace di più leggere le fiabe in lingua originale perché si tramanda la cultura del territorio”. I ragazzi hanno capito che il dialetto è la lingua dell’istinto, dove la elaborazione di una emozione “permette di esprimersi in modo più spontaneo e con una vena comica”.
“Purtroppo ci hanno insegnato che il dialetto lo parla solo la gente poco colta e abbiamo disprezzato un nostro bagaglio culturale – spiega Pittelli agli studenti -. Non nascondiamo il nostro accento calabrese pensando che quello del nord sia migliore. Non è vero! Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre radici. Non è vero che parlando il dialetto trascuriamo l’Italiano. Perché, allora, a scuola impariamo l’Inglese, il Francese, il Tedesco, e non dimentichiamo l’Italiano? Il problema c’è quando conosciamo solo il dialetto”. In merito, Paolo Gualtieri, studente di Gagliato, che ha raccontato alcune fiabe in fluidissimo dialetto, aggiunge che nel suo caso l’italiano lo usa solo a scuola e che non si vergogna più delle sue radici davanti ai suoi compagni.
“E’ stata una proficua esperienza di collaborazione e occasione di scambio tra una casa editrice come la Donzelli, da sempre attenta alla trasmissione di contenuti non effimeri, e la scuola media Ugo Foscolo, in grado di cogliere stimoli che lasciano il segno nella crescita culturale e umana degli studenti”, spiega la prof. Siciliano, referente del progetto. I ragazzi si sono divertiti e hanno coinvolto anche i loro nonni nei racconti o la lettura delle fiabe, non solo hanno imparato il dialetto ma hanno perfezionato l’Italiano con giochi linguistici e di somiglianza. Insomma, uno studio della lingua a 360 gradi. Inoltre, fra i ragazzi è nata l’idea dello scambio culturale, magari fra studenti di diverse regioni perché adesso sono incuriositi dalle differenze dialettali e sono fieri di condividere filastrocche e fiabe popolari calabresi.
Dopo questo percorso didattico che ha contribuito a far riscoprire tra i banchi di scuola un patrimonio culturale quasi perso, l’obiettivo per il prossimo anno è di ampliare il progetto con fiabe africane, siciliane e del bacino mediterraneo, e coinvolgere il centro di accoglienza Sprar di Satriano. “Sarebbe un bellissimo momento di integrazione culturale – conclude Siciliano – per scambiare le storie tradizionali calabresi e africane e sentirle prima in lingua dialettale”.
Isabelle Nieto