Soverato, le novità sulle scuole annunciate da Alecci ed Enzo Bruno alla presentazione de “L’arrivo dei Salesiani”

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Salesiani 2I salesiani a Soverato hanno fatto “scuola”. Ma anche Soverato ha saputo accogliere questa esperienza intrecciando la sua storia con la loro, per diventare grazie a questo intreccio centro educativo e culturale del comprensorio, punto di riferimento regionale per l’istruzione. Un valore sul quale occorre puntare ancora di più, come ha riconosciuto il sindaco, Ernesto Alecci, anche sulla scorta delle novità fornite da Enzo Bruno, presidente della Provincia, sul ritorno a Soverato del 90% di quelle scuole finora dislocate fuori città, convitto alberghiero compreso (cento convittori saranno ospitati in un hotel di Soverato il cui nome sarà formalizzato a giorni, ndr). Operazione che genererà anche introiti economici per il Comune, che l’ente utilizzerà per l’ammodernamento in corso della scuola di largo Cardillo a Soverato superiore.

Indicazioni politico-amministrative arrivate dalla presentazione dell’opera dello studioso e docente di storia Antonio Pellegrino, L’arrivo dei salesiani a Soverato, organizzata ieri mattina all’istituto dall’associazione SoveratIncanto presieduta da Antonio Chiaravalloti. Per levatura culturale e riflessione sociale che ne è scaturita, l’incontro è stato molto più di una rimpatriata tra ex allievi illustri, e della presentazione del lavoro di Pellegrino, che ricostruisce minuziosamente la storia dei salesiani a Soverato con inedite immagini dal 1908 ai nostri giorni e gustose testimonianze di ex allievi e oratoriani. “Il liceo classico ha espresso quasi tutti i sindaci della città, ha formato la classe dirigente borghese venuta su a partire dagli anni ’40 e dato a legioni di ragazzi formazione, educazione, lingua italiana che allora non erano scontate”, ha spiegato nel suo intervento Ulderio Nisticò, storico ed ex allievo, “ma quello che ci hanno lasciato è soprattutto il rapporto umano, un lascito affettivo, spirituale, che ci tiene uniti tra compagni di classe anche a distanza di anni”.

Il volume in power point illustrato da Pellegrino ha mostrato tutto il fascino di una storia che dal 1906, e dalla donazione del terreno della baronessa Scoppa a Don Rua, ha coinvolto la città prima con l’oratorio, poi con il ginnasio, infine con il liceo classico per formarne le nascenti classi borghesi, ma anche con il primo campo di basket che ha sfornato talenti della Vigor come La Grotteria, il teatro al quale collaborava Mario Munizzi, il doposcuola offerto ai ragazzi delle “scuole comunali”. “Devo dire che negli anni ho provato anche un po’ di sana invidia per i salesiani: se mi serviva un teatro per l’assemblea, un campo di calcio o di basket, dovevo chiedere a don Leo”, ha ricordato Gerardo Pagano, già preside del liceo scientifico di Soverato, evocando rapporti sempre improntanti a collaborazione e reciproca comprensione. “La scuola a Soverato è il fatto sociale ed economico più rilevante”, ha concluso Pagano, con una presa di posizione forte e precisa fatta sua anche da Pellegrino. E alla quale ha tentato di rispondere la politica, rappresentata in sala appunto da Alecci e Bruno.

A concludere un incontro così intenso – moderato dalla giornalista ed ex allieva Teresa Pittelli – ci ha pensato Giuseppe Trebisacce, professore di storia della pedagogia all’Unical di Cosenza, che aveva già riconosciuto il valore dell’ispirazione offerta dalla congregazione salesiana a Soverato già tanti anni fa, quando Pellegrino ne aveva fatto la sua tesi di laurea. “Ora il lavoro ha allargato e arricchito la prospettiva secondo gli stilemi della storiografia più all’avanguardia, anche per l’uso delle immagini”, ha sottolineato Trebisacce, prima di passare la parola per i saluti finali a don Antonio Talotta, nuovo preside dell’istituto, e a Fabrizia Caridi, vicepresidente dell’associazione SoveratIncanto che ha ringraziato l’opera salesiana per la disponibilità nell’ospitare l’incontro e ha annunciato che è intenzione dell’associazione lavorare ancora al volume, per trarne una storia di tutte le scuole della città.

r.e.

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