Il turismo a Soverato ha le sue due facce: quella luminosa del lungomare, con locali, stabilimenti balneari e i gazebo posizionati in bella mostra per offrire ogni genere di gadget estivo; l’altra faccia, al buio delle luci pubbliche, è quella della pineta che si trova esattamente tra il lungomare di Soverato e l’ex campo sportivo ora oggetto di un’opera di riqualificazione. Due domeniche fa, in quel tratto di pineta che costeggia il ristorante Gange, è scoppiato un principio di incendio provocato dalla accensione (sigarette?) di sterpi presenti in quella pineta. Solo l’intervento immediato del personale del ristorante e di alcuni titolari dei gazebo presenti sul lungomare ha impedito che la situazione diventasse una tragedia. Ma vi è di più: il personale del Gange e anche i titolari dei gazebo autorizzati hanno raccolto, di loro spontanea volontà giusto per evitare ancora il danno, tutte le sterpi bruciacchiate che si trovavano in quella zona di pineta. Ci si è accorti, ma non era una novità ai più, che quel tratto di verde pubblico non qualificato è diventato ricettacolo di rifiuti e un posto appartato dove si va a a fare la pipì o la popò.
Ricordiamo che l’incendio che aveva quasi lambito il ristorante il Gange, sino a minacciare la siepe di recinzione, è stato domato due domeniche fa. Evidentemente i proprietari delle attività commerciali interessate, il giorno dopo, sono andati a chiedere maggiore attenzione da parte del Comune perché quel tratto di pineta venisse pulito, migliorate le recinzioni e soprattutto impedito che vi fosse un nuovo principio d’incendio. A oggi, due settimane dopo, non pare che il Comune abbia provveduto a garantire tutto ciò per il quale si era impegnato, ossia rimozione delle sterpi, pulizia della zona verde e migliore controllo per evitare che quell’area diventi un bagno pubblico, con problemi anche sanitari considerando che siamo all’aperto. Solo le recinzioni del vecchio campo sportivo sono state risistemate. È innegabile che la pineta rappresenti patrimonio dei turisti, elemento di bellezza della città, e per questo motivo non può diventare un grande e sporco bagno pubblico. Comprendiamo le ristrettezze economiche degli enti pubblici territoriali in questo periodo, ma le priorità sanitarie e ambientali, e di sicurezza pubblica, non possono essere messe in secondo piano.
Fabio Scavo