Soverato, “Ippica-gate”. Cittadini e comitati dicono basta agli scempi

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Dieci domande sull’Ippica-gate alle quali qualcuno dovrà dare una risposta. E che chiedono conto della compatibilità ambientale e paesaggistica della mega-struttura in cemento sorta in mezzo alla pineta, nel demanio, a pochi metri dal mare, nell’ambito di un progetto di riqualificazione del campo. Le domande sono state distribuite a centinaia di passanti, cittadini e curiosi nel corso dell’iniziativa promossa ieri da un comitato di cittadini e ambientalisti, che nel giorno della Liberazione hanno manifestato per una “Soverato libera dal cemento”. L’opera è attualmente bloccata in seguito a un verbale di polizia municipale e carabinieri che segnala presunti abusi e anomalie. “Spogliatoi e sala web a servizio del campo, se questo era lo scopo dell’opera, sono assolutamente sovradimensionati e realizzati con materiali incompatibili con le esigenze della comunità e il posto in cui sono stati costruiti”, spiega Mimmo Loiero, tra i promotori della manifestazione. “E’ uno scempio e forse anche noi abbiamo qualche responsabilità perché dovevamo vigilare meglio”, dice Ciccio Severino, segretario del Pd intervenuto all’iniziativa insieme al vicario provinciale del partito,Michele Drosi, e a Pino Pipicelli.

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Molti cittadini e visitatori che passavano dal banchetto informativo hanno chiesto esterrefatti cosa fosse la struttura. “Ma sono case?”, ha sussurrato stupefatta una signora catanzarese. “Vogliamo dare anche un messaggio alla politica che verrà: non si può continuare a eseguire opere come questa senza coinvolgere direttamente la cittadinanza”, è il pensiero diFrancesco Rotondo, tra i promotori dell’iniziativa e rappresentante del comitato Tutelambiente insieme a Giuditta Ferlito, responsabile regionale donne Idv. Presenti anche Marisa Gigliotti del comitato Salviamo il paesaggio, e Oreste Montebello del comitato Salviamo la Scarpina, Franco Cervadoro, presidente della pro-loco, Antonio Riverso, vicepresidente Uia, l’unione internazionale architetti, Gianni Calabretta, già sindaco di Soverato. Ma mentre i soveratesi dibattono sull’opportunità o meno di rivedere in maniera radicale il progetto, magari con l’abbattimento e il ripristino dei luoghi, dal palazzo comunale continua un assordante silenzio. Rumors delle ultime ore vorrebbero che il Comune stia per organizzare la ripresa dei lavori almeno per il campo da gioco da ricoprire in erba sintetica.

Per quanto riguarda la struttura, invece, sembra che si stia vagliando la possibilità di valutare le chance di una sanatoria paesaggistica per i presunti abusi segnalati dalle forze dell’ordine, in modo da non perdere il finanziamento né incorrere in una richiesta di risarcimento danni da parte della ditta. Vero è che, se le irregolarità fossero confermate dagli organi di controllo, l’opera potrebbe in ogni caso perdere il finanziamento. Una situazione delicata e complessa dal punto di vista tecnico, in merito alla quale qualcuno dovrà pur addossarsi qualche responsabilità politico-amministrativa, dal momento che a farne le spese saranno comunque i cittadini. Eppure tra le centinaia  di persone che hanno assistito all’iniziativa, cittadini, visitatori, passanti, rappresentanti di associazioni, partiti e movimenti, non uno che sia stato coinvolto nel progetto o nelle sue varianti se l’è sentita di affacciarsi per confrontarsi con la cittadinanza e rispondere alle domande poste.

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