Soverato: “Incomprensibile accanimento contro omaggio a Mino Reitano”…

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“Non capisco questo accanimento contro un’idea del signor Pepè Tropea: lui ama la musica e fu fondatore del gruppo musicale ”I sensa vergogna”, è stato amico fraterno di Mino Reitano e della sua famiglia ed è quindi evidente il suo desiderio di dare a tutti un segno tangibile del suo amore verso colui che da sempre è stato il suo idolo. E così ha speso denaro (proprio) e tantissimo del suo tempo per cercare consensi, permessi e quant’altro fosse utile per realizzare il grande sogno della sua vita; non ha speso o fatto spendere un centesimo di denaro pubblico, non ha fatto collette o riffe, allora lasciamogli godere questo momento magico e occupiamoci piuttosto degli annosi problemi che affliggono Soverato, che a me sembrano tanti e gravi, visto che in più di sei mesi a mio parere non è stato fatto nulla”. Questa la riflessione di Mario Luzzi, segretario regionale del partito Pensionati Calabria, arrivata in redazione in risposta all’opinione di Mimmo Loiero pubblicata ieri sulla nostra testata in merito all’intitolazione della piazzetta di viale Aldo Moro al celebre cantante calabrese. Una decisione annunciata nei giorni scorsi dal sindaco, Ernesto Alecci, e dal consigliere delegato alla cultura, spettacoli e turismo Emanuele Amoruso, che si sono detti entusiasti di accogliere la richiesta di Tropea, corroborata da una raccolta di centinaia di firme tra i cittadini.

La cerimonia è fissata per il 28 gennaio, e l’iniziativa sta creando un po’ di discussione e qualche botta e risposta  sia sui social network che su queste pagine. A intervenire, oltre a Luzzi, è ora anche Franco Cervadoro, presidente della pro-loco di Soverato. “Una piazzetta quasi privata davanti al “Colosseo” (edificio così chiamato per la sua forma a ferro di cavallo, ndr), senza numeri civici che vi si affacciano da cambiare, dedicata a un cantante folk calabrese, quale è il problema, qual è l’offesa?”, si chiede Cervadoro, citando “l’ex sindaco di Soveria Mannelli, Mario Caligiuri, che con una sana dose di ironia e leggerezza faceva “piangere” la statua di Garibaldi nelle cosiddette “giornate borboniche” da lui organizzate, o inaugurava davanti alle autorità e alla stampa un cippo con l’iscrizione: “Largo ai giovani!”.

2 COMMENTS

  1. Nel rispetto della opinione di tutti,vorrei precisare che la mia,se vogliamo chiamiamola critica, era indirizzata a un personaggio noto al Sig.Pepè Tropea, che prima ha aspramente criticato l’evento, poi perchè invitato a pranzo ha cambiato decisamente opinione, alla faccia della coerenza.Con questo mio scritto ritengo chiuso ogni ulteriore commento Luzzi Mario Seg.Reg.PP Calabria.

  2. Buongiorno, non c’è alcun accanimento!
    Dobbiamo precisare, ringraziando per l’attenzione e l’ospitalità.
    Uno: con ogni rispetto per Pepè Tropea, a cui sempre va la nostra affettuosa amicizia, “il desiderio di dare a tutti un segno tangibile del suo amore verso colui che da sempre è stato il suo idolo”, così come nota Luzzi, si deve realizzare nel proprio privato, e non nella cosa pubblica.
    Così come Pepè vuol dare il suo “segno”, tanti ne potrebbero voler dare altri, e allora le vie di Soverato dovrebbero essere tangibili “segni” delle devozioni private e personali di ciascuno.
    Non ci sembra opportuno: la toponomastica è una cosa seria, lasciamola tale.
    Due: l’ “occupiamoci piuttosto degli annosi problemi che affliggono Soverato (…) In più di sei mesi non è stato fatto nulla…”, ci trova entusiasti, tant’è che il nostro commento all’inopportunità dell’intitolazione piazza parla appunto di ciò. (“C’è chi dice no”, L’Esuberante)
    Quanto a Franco Cervadoro, cui ovviamente va tutto il nostro affettuoso rispetto come a Pepè Tropea, ci sia permesso dire che la sua “leggerezza”, il suo “distendetevi” e la sua “vita è bella”, con cui eccepisce in continuazione, sono frasi che non si addicono né al governo della città, né alla toponomastica.
    Le “devozioni private”, a nostro parere, sono da realizzare a casa propria e non imponendole agli altri tanti concittadini che, nel migliore dei casi, non si sa se gradiscono oppure no: si chiama “Democrazia”.
    Cordiali saluti.
    Grazie, Esuberante.
    Soverato Perché 2

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