Sorrisi, sudore, fatica, divertimento, passione. Questi gli ingredienti che si sono mescolati nella 24 ore di basket, svoltasi nel week end appena trascorso al campetto dell’Ippica di Soverato.
Un centinaio di cestisti, provenienti da ogni parte d’Italia e oltre, hanno dato vita ad una serie di gare spettacolari, in cui non sono mancati agonismo, ottimi gesti tecnici e notevoli capacità atletiche.
La competizione si è svolta sulla base di una macro distinzione tra due squadre, quella rossa (Monstars) e quella bianca (Looney Tunes). Squadra bianca e squadra rossa, poi, sono state ulteriormente suddivise, al loro interno, in cinque mini squadre ciascuna: per i bianchi, Duffy Duck, Willy il coyote, Bugs Bunny, Taz e Gatto Silvestro; per i rossi, arancione, rosso, azzurro, viola e verde.
Le dieci mini squadre, quindi, si sono affrontate tra di loro in gare di un’ora ciascuna. Il punteggio finale, dato dalla sommatoria dei punti di ogni singola gara, ha visto prevalere la squadra Looney Tunes (bianca) sulla Monstars (rossa), per 1970 a 1966. Al termine dei match, si è svolta la gara dei tre punti, che ha visto prevalere Mattia Zofrea. Al di là del risultato del campo, comunque, va sottolineata la splendida atmosfera che si è respirata nella due giorni della manifestazione. Grazie alla volontà degli organizzatori (Roberto Lo Giacco, Mattia e Francesco Cannistrà), e al loro durissimo lavoro dietro le quinte, quel tratto di lungomare dove sorge il campetto di basket (e che, da qualche tempo, è al centro di polemiche per i lavori che stentano a riprendere) è stato, per ventiquattro ore, l’epicentro di una grandiosa festa di sport, in cui la voglia di giocare e l’amore per la palla a spicchi hanno fatto passare in secondo piano il caldo, la stanchezza e, per molti partecipanti, gli impegni mondani nelle discoteche del comprensorio. Senza parlare, poi, della magia delle partite in notturna e all’alba, della musica continua di sottofondo, e della spensierata atmosfera che si respirava e traspariva sui volti dei partecipanti e dei numerosi spettatori, tutti uniti da una gran voglia di divertimento. E’ proprio uno dei principali artefici del torneo, Francesco Cannistrà, a rilasciare una breve intervista alla nostra testata.
Francesco, qual è il tuo personale bilancio, in conclusione dell’evento?
La manifestazione è andata benissimo, perché, sinceramente, non ci aspettavamo tutte queste adesioni, ma, soprattutto la grande partecipazione della gente. Secondo me, abbiamo fatto il pienone. Non vorrei esagerare, ma circa 1500/2000 persone, ieri sera, erano presenti qui, nell’Ippica e nel “contorno” dell’Ippica. Per noi è stato davvero un grande orgoglio, siamo felici che il lavoro fatto sia stato ripagato”.
Alla luce di questo successo avete intenzione di riproporre la 24h anche il prossimo anno?
Sicuramente si, questo è stato un anno di esperienze, è stata la nostra prima edizione, per me, per mio fratello Mattia e per Roberto. Sulla scia di nostro padre (Mario Cannistrà, storico organizzatore della 24h a Soverato), abbiamo intrapreso questa iniziativa che lui ci ha tramandato. L’anno prossimo, probabilmente, apporteremo qualche modifica, tentando di ingrandire la manifestazione e renderla ancora più bella, anche se già quest’anno, devo dire, è stata una grandissima festa”.
C’è qualcuno, in particolare, che desideri ringraziare per la riuscita dell’inziativa?
Vogliamo ringraziare tutti gli sponsor che hanno contribuito alla riuscita di questa manifestazione. Senza di loro, non avremmo sicuramente potuto fare quello che abbiamo fatto. Vorrei, poi, ringraziare il Comune di Soverato, nella figura del sindaco Ernesto Alecci che è stato disponibilissimo nei nostri confronti, dandoci una grande mano, nonché gli assessori, in particolare Daniele Vacca, Christian Castanò e Daniela Prunestì, anche loro molto disponibili a qualsiasi nostra richiesta, nei limiti del possibile.
Con queste premesse incoraggianti, non resta che attendere l’anno prossimo inserendo fin d’ora la 24h di basket di Soverato nel carnet degli appuntamenti imperdibili dell’estate calabrese.
Stefano Costarella