Soverato: “Il contrasto alla criminalità come nuova resistenza”, il dibattito al Itc Calabretta

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criminalità organizzata

“Il contrasto alla criminalità organizzata come nuova resistenza”. E’ stato questo il tema del dibattito voluto dall’Osservatorio “Falcone Borsellino Scopelliti” nell’incontro  che si è tenuto nell’istituto Itc Calabretta di Soverato. A moderare l’incontro la giornalista Giulia Veltri che ha tenuto alta l’attenzione sul tema del dibattito, coordinando i molteplici interventi.

Ha aperto i lavori il dirigente Scolastico Giulio De Masi, portando i saluti e i ringraziamenti dell’istituto; a seguire il presidente dell’Osservatorio Falcone-Borsellino-Scopelliti, Carlo Mellea, che  ha ringraziato gli autorevoli ospiti per la disponibilità mostrata nel rendere la propria testimonianza professionale a beneficio dei ragazzi, omaggiandoli con un premio riportante il simbolo della città di Soverato; il Presidente ha altresì voluto esprimere sinceri auguri da parte dell’Osservatorio al nuovo Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, per il nuovo incarico e per i futuri impegni sicuramente gravosi.

E’ intervenuta di seguito la coordinatrice dell’Osservatorio, Giulia Anna Pucci, responsabile del Progetto Legalità per le Scuole, che ha spiegato il significato del tema del dibattito e la scelta degli interventi dei relatori, soffermandosi in particolare sull’aspetto delle infiltrazioni del fenomeno mafioso nelle istituzioni attraverso un excursus storico delle sue caratteristiche. Ha poi  esplicitato il nucleo centrale del tema del dibattito basato sul concetto di resistenza attualizzata ai giorni nostri come contrasto alla tirannide della ‘ndrangheta e delle altre mafie che opprimono i territori e le libertà individuali e collettive, spiegando che i nuovi partigiani sono coloro che – adempiendo al proprio dovere – si contrappongono all’imperante potere mafioso, con accenno finale alla scelta coraggiosa di talune madri del reggino che hanno chiesto esse stesse alla magistratura  di intervenire a tutela dei propri figli minori sottraendoli alla responsabilità genitoriale dei padri, allontanandoli dal contesto mafioso di appartenenza.

E’ poi intervenuto il giornalista Pietro Comito, direttore della redazione giornalistica dell’emittente televisiva “La C”, il quale ha riportato la sua vigorosa e appassionata testimonianza di professionista impegnato nella ricerca e diffusione pubblica della verità sui fenomeni ‘ndranghetistici, al prezzo di pesanti minacce  e intimidazioni subite. A seguire, l’intervento di Marcello Romano, attuale dirigente dei lavori pubblici presso il Comune di Reggio Calabria, il quale ha spiegato – da tecnico – l’incidenza della ‘ndrangheta sull’erogazione dei servizi pubblici essenziali e sulla vita quotidiana dei cittadini, oltre alla pervasività negli appalti pubblici  di più grande portata, raccontando della sua esperienza nei comuni sciolti per infiltrazioni della camorra in Campania, che lo ha portato alla sua attuale nomina in un contesto così delicato come quello reggino, specificando che la pericolosità del fenomeno mafioso  è rappresentata proprio dalla forte presenza della cd ‘area grigia’ che fa da cerniera tra la ‘ndrangheta e le istituzioni.

E’ poi intervenuto Domenico Guarascio, sostituto procuratore della Repubblica della DDA di Catanzaro, che ha efficacemente spronato i ragazzi intervenuti al dibattito ad esercitare una costante professione di autonomia e libertà di pensiero al fine di sfuggire alle facili illusioni offerte dalla ‘ndrangheta, sotto forma di immediata risoluzione di problematiche contingenti e offerta di facili guadagni, che però alla  lunga determinano una rinuncia di fondo alla propria libertà personale oltre che alla dignità di cittadini.

Ulteriore intervento è stato quello del direttore generale della Polizia di Stato, attuale Questore di Potenza, Giuseppe Gualtieri, che ricordando la propria esperienza professionale nella cattura di “Binnu u tratturi” , ossia Bernardo Provenzano, capo storico di “Cosa Nostra”, ha esortato i ragazzi ad avere fiducia nelle istituzioni e nelle forze di Polizia, sviluppando le tematiche dell’importanza del confronto democratico e della discussione critica propedeutici alla conoscenza del fenomeno mafioso in generale e quindi alla sua prevenzione. Ha chiuso i lavori il professore Raspa, che guida i ragazzi nel progetto legalità, il quale ha evidenziato l’importanza di tali iniziative per la crescita culturale dei ragazzi e per la loro responsabilizzazione sulle tematiche affrontate.

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