La protesta di alcuni cittadini:“Impatto ambientale intollerabile”
Il progetto per la riqualificazione del campo di calcio Nunzio Marino, finanziato qualche anno fa dalla Regione con fondi europei, ora che sta diventando realtà non a tutti piace. Anzi. A giudicare dalle critiche sui social network e dalle iniziative di alcuni attivisti ambientali rischia di scatenare un’azione di protesta di una parte della cittadinanza. A cominciare dall’ex sindaco Giovanni Calabretta, che del verde pubblico fronte mare che caratterizza Soverato ha sempre fatto una bandiera. “Mi sento indignato e frastornato nel vedere questi piloni di cemento armato comparire nel mezzo della pineta”, osserva Calabretta. “La destinazione di quell’area è parco pubblico e dunque la norma urbanistica non prevedeva questo tipo di interventi. Pur in presenza di una variante si pongono quindi dubbi di compatibilità ambientale – continua Calabretta – se non di conformità”. L’intervento che tanto sta facendo discutere è l’attuale costruzione dei futuri spogliatoi, nell’ambito di un progetto che dovrebbe trasformare lo storico spazio dove si sono allenate e incontrate generazioni di calciatori in un moderno campo di calcio in erba sintetica.
“Credo che il fortissimo impatto visivo del cemento in una zona di verde davanti al mare sia preoccupante per chiunque”, continua Calabretta, che si dice disposto a un’azione di protesta collettiva per tentare di fermare i lavori e confrontarsi con il Comune per vagliare soluzioni alternative. L’ex sindaco ricorda che una volta costruiti gli spogliatoi e allacciate le relative utenze si porrà il problema della manutenzione, con aggravio delle casse comunali e possibile affidamento in gestione a privati. “Ecco come aree pubbliche e beni comuni vengono piano piano tolti alla disponibilità collettiva e affidati al privato”, ricorda l’ex sindaco. Sulle barricate anche Francesco Rotondo, attivista ambientale già vicesegretario del circolo Pd, che ieri ha scritto e protocollato una lettera al commissarioSalvatore Mottola di Amato nella quale chiede chiarimenti, in particolare sul rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale. “L’idea è quella di chiedere al Comune e ai progettisti (il progetto fu aggiudicato nel 2013 all’architettoTeresa Gualtieri, ndr) di incontrare i cittadini per un confronto pubblico sugli interventi previsti”, propone Rotondo, che ci tiene a chiarire che “non si contesta il progetto in sé, ma ci si interroga su alcune scelte esecutive che possono compromettere la bellezza e il decoro della nostra città”. “In territori simili come aree protette, pinete, rivamare ritengo esista l’obbligo di utilizzare strutture e materiali meno invasivi e smontabili”, rincara Mimmo Loiero su facebook. E se dal Comune per adesso non arrivano risposte, il tam tam sui social network potrebbe portare a un’iniziativa pubblica già in questi giorni.