Piazza Maria Ausiliatrice discretamente piena rispetto alle aspettative degli organizzatori, considerando anche il lunedì sera e il clima non ancora primaverile, e molta energia via via che i relatori hanno scaldato la platea, per poi riempirsi di giovani entusiasti di ascoltare il concertone stile primo maggio. Dal rock puro con il tributo a David Bowie al rap di Svago, a quello che i Not only bluegrass cercano di diffondere per finire con le tanto amate tarantelle, molta gente si è scatenata ballando sulle note di Tarantaionica, Antigua e tanti altri. Questi ultimi, giovanissimi, hanno tenuto il palco in un modo devastante tanto che la gente chiedeva loro un’ultima canzone, non possibile vista l’ora ma che ha lasciato spazio a un improvvisato mini-concerto sotto il palco con tamburelli e strumenti tipici che la tradizione della tarantella rigorosamente richiede.
E tornando agli interventi dal palco, per la manifestazione di sensibilizzazione a votare Sì al referendum del 17 aprile per l’eliminazione delle possibilità di proroga alla scadenza delle concessioni alle compagnie petrolifere per le estrazioni di idrocarburi sulle coste italiane (e ioniche), il comitato No Triv del basso ionio (esponenti di spicco Mimmo Commisso, Guerino Nisticò, Francesco Rotondo, mentre Dario Macrì ha presentato e moderato l’iniziativa) ha fatto le cose in grande. Coinvolgendo e mobilitando molta base, e riuscendo a mettere a braccetto la sinistra radicale e ambientalista con Fratelli d’Italia, presente ieri sera con i dirigenti provinciali e locali (dai fratelli Giovanni e Pierfrancesco Mirarchi al presidente del consiglio comunale Francesco Matozzo). Presente anche l’Anpi, con Fausto Pettinato che ha preso posizione per il sì, e parecchi amministratori comunali con la giunta al completo. “Non bisogna continuare con il silenzio, sembriamo assuefatti e senza voglia di scendere in piazza per difendere il nostro territorio e il suo ambiente: cerchiamo di interessarci a ciò che avviene intorno a noi”, ha detto dal palco il sindaco Ernesto Alecci.
Grande assente, dunque, solo il Pd. Anche se a mettere qualche puntino sulle “i” della posizione del partito ci ha pensato Arturo Bova, assicurando che “la base del Pd è per il sì al referendum, così come targate Pd sono ben otto delle regioni proponenti”. Bova ha spiegato fatti e numeri che indicano “la necessità di scegliere il prossimo futuro energetico del Paese in linea con i paesi più avanzati che stanno abbandonando gli idrocarburi”, e l’importanza di “dire no al regalo che si vuol fare alle compagnie, visti anche i costi di smantellamento delle inquinanti piattaforme petrolifere”. Secondo il consigliere regionale, delegato referendario della Regione Calabria, i sondaggi Sgw darebbero l’affluenza già al 40% con un trend in crescita.
A entrare nel merito dei problemi ambientali ed energetici delle piattaforme off shore, poi, Aldo Perrotta, ingegnere referente di Legambiente e del comitato, e Stefania Giglio, biologa marina. Il primo ha chiarito tutti gli aspetti a suo parere travisati dai sostenitori del no “come i famosi posti di lavoro che si perderebbero, e che non hanno invece riscontro in Calabria come altrove”, mentre occorre più consapevolezza “del valore della salvaguardia del nostro mare e del nostro paesaggio”. Stesso discorso per le royalties, percentualmente minime per l’Italia e spesso non corrisposte dalle molte piattaforme inattive. La disamina di Perrotta ha passato in rassegna l’estrazione sulle coste italiane e calabresi, per la maggior parte di gas, per chiarire anche che “seppure fosse sfruttata al massimo delle possibilità estrattive fornirebbe idrocarburi per due mesi al massimo”. Giglio ha invece ricordato che le tecniche di ricerca degli idrocarburi come l’airgun possono danneggiare le specie ittiche dei nostri mari, tra le quali 171 specie protette di cetacei. In base ad analisi emerse da uno studio portato avanti con i pescatori locali, Giglio ha rilevato che danni e spiaggiamenti (ben 280 censiti da Giglio) sono più frequenti laddove rumore e impatto ambientale hanno stravolto l’ecosistema marino.
Teresa Pittelli (ha collaborato Victoria Asturi)