Settimana Santa nell’antico borgo di Badolato (Cz) dal 20 al 27 marzo

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pasqua badolato

Badolato borgo è un paese della provincia di Catanzaro e per la sua particolare costruzione, arroccato sul dorso di una montagna offre al visitatore uno spettacolo unico. Al calar della sera, illuminato dalle luci delle case, sembra di vedere un presepe a dimensioni reali. Questo caratteristico borgo medievale, con le sue undici chiese, le tre ultrasecolari Confraternite, le tredici processioni, la presenza nel tempo d’importanti ordini religiosi (Basiliani, Francescani, Domenicani) dimostra quanto forte e sentita sia la tradizione religiosa.

La Settimana Santa ha inizio la mattinata del lunedì Santo con la visita al Santissimo, esposto alla Chiesa Matrice del SS. Salvatore, da parte della Confraternita di S. Caterina D’Alessandria. Il corteo devozionale si sviluppa, dalle ore 10.00/12.00, lungo il percorso che dalla chiesa di S. Caterina porta alla Chiesa Madre, intercalando in vari passaggi i Canti tradizionali della Passione di Gesù Cristo.

Questa visita al Santissimo da parte delle Confraternite, continua il martedì ed il mercoledì Santo, con gli stessi orari, rispettivamente con la fratellanza dell’Arciconfraternita dell’Immacolata e la Confraternita del SS. Rosario.

Il giovedì Santo è dedicato alla preparazione della Cena Domini che si tiene alle ore 17.00 nella Chiesa Matrice del SS. Salvatore con la vestizione degli Apostoli, la rappresentazione dell’Ultima Cena, e la consegna ai fedeli del Pane Benedetto.

Venerdì Santo le chiese sono parate a lutto. Le campane rimangono mute e soltanto il suono antico dei “toccareri” preannuncia la morte di Gesù Cristo. Nell’aria si respira un qualcosa di particolare e con il sopraggiungere delle prime luci dell’alba. Dal convento di S. Maria degli Angeli, una croce penitenziale percorre sommessamente tutto il lungo percorso che dal convento Francescano porta al borgo antico. A seguire, un corteo di fedeli oranti canta le preghiere devozionali della Via Crucis, giungendo lentamente a visitare tutte le chiese del borgo, adornate a lutto.

Terminato il mesto rito, ci si prepara a svolgere quanto previsto nel resto della giornata: La processione del venerdì Santo. Sempre venerdì Santo, dalla chiesa di S. Domenico, alle ore 14.00, inizia la processione devozionale con tappe che vanno a percorrere le vie del borgo antico, giungendo sino al convento Francescano. Dopo una breve sosta, la processione riparte per fare ritorno alla chiesa di S. Domenico.

Importante, caratteristica ed unica è, inoltre, la rappresentazione dei Misteri Dolorosi del sabato Santo che vede il coinvolgimento di oltre 200 “figuranti” e la partecipazione a pieno titolo di due delle tre ultrasecolari Confraternite presenti e operanti a Badolato: Maria SS. Immacolata e S. Caterina D’Alessandria d’Egitto.

Alle ore 13.00 si da inizio alla processione penitenziale con partenza dalla Chiesa dell’Immacolata e con il seguente ordine sequenziale d’uscita: avvia ed apre la lunga processione la croce di penitenza con i simboli della Crocifissione e a seguire, dei Confratelli facenti parte del gruppo cantori recita, in punti prestabiliti, canti tradizionali della Settimana Santa derivanti dalle Massime Eterne e dalle Vie Crucis di S. Alfonso M. de Liguorì e da S. Leonardo da Porto Maurizio. A seguire, un gruppo di soldati romani scortano i due ladroni ed il Cristo caricato dalla pesante croce. L’Ecce Homo è vestito con una tunica violacea e viene ripetutamente trascinato, percosso e ingiuriato da otto giudei vestiti di giallo e da un capo torturatore. Il figurante che impersona il Cristo non può essere riconosciuto da nessuno, generalmente si fa per “voto” e sono tre le persone che si alternano durante tutta la processione penitenziale.

Al seguito, i “Disciplinari”, circa 70 incappucciati (uomini e donne), coronati di spine, vestiti con un saio bianco e cinti da funi, si autoflagellano le spalle con delle fruste metalliche (lunghe circa 40 cm) chiamale discipline. I “Disciplinari”, quindi, per l’uso della disciplina intesa come pratica di auto flagellazione per la redenzione dei peccati e per sentirsi più vicini al dolore e alla Passione di Gesù Cristo. Rappresentano i penitenti e durante la processione non possono parlare o farsi riconoscere da nessuno e ad un segnale convenuto, s’inginocchiano per autoflagellarsi. La diffusione di queste forme penitenziali si sono avute a partire del XV sec, grazie alle “Confraternite dei Disciplinati” (Confrataria Fustigatum).

Tutti i riti della Settimana Santa hanno avuto origine a Badolato con la presenza del forte Ordine Francescano, e incrementato ulteriormente e successivamente, con l’avvento dei PP. Redentoristi (XVIII sec.) di S. Alfonso M. de Liguori (Liguorini) e con la loro grande tradizione delle Missioni Popolari e le pratiche devozionali degli “Orologi della Passione”. La lunga processione è caratterizzata dalla presenza della milizia degli Alabardieri (chiamati in questo modo per l’alabarda che portano, ed è un’arma che richiama sia i soldati spagnoli, che le Guardie Svizzere Vaticane) e dalla “Varetta” (bara dove è disteso il Cristo deposto dalla Croce) seguita dalle Addoloratine che rappresentano le Pie Donne.

Chiude la processione la statua della Vergine Addolorata portata a spalla dai confratelli dell’Immacolata, con a guida il Seggio Priorale ed il gruppo cantori che annunciano, nei punti prestabiliti, l’arrivo della Vergine. A tali cantori, è riservato un posto privilegiato e di rispetto nei confronti dell’intera Fratellanza. Difatti, per ogni Confraternita in generale e per ogni confratello in particolare, portare la statua della Madonna o cantare in Suo onore, sono incarichi cui non si può, non si deve e non si vuole rinunciare: testimonianza, questa, di forte devozione mariana che emerge prorompente.

La processione ha come itinerario il passaggio dalle seguenti zone: Bastione, Carri, Gironi, Ponte Grandi e Fetta (salita) degli Angeli, S. Rocco e il Convento Francescano di S. Maria degli Angeli distante dalla partenza circa 2 Km. Il lungo corteo penitenziale quindi, arrivato al convento, dopo la spettacolare e suggestiva salita, effettua una breve pausa anche per dare la possibilità del primo cambio del Cristo, in una stanza del convento e lontano da occhi indiscreti, quindi riparte e in concomitanza, la Confraternita di S. Caterina si avvia dalla chiesa omonima per arrivare al ponte Granéli prima della Croce di Penitenza.

Giunta sul ponte, la Confraternita dispone il passaggio della Processione e al sopraggiungere della Vergine Addolorata, esige d’essere loro consegnata per regola e per principi inderogabili: dal ponte Granéli fino al luogo della riconsegna, il territorio ricade sotto la propria giurisdizione e controllo. La Confraternita dell’Immacolata consegna l’addolorata Madre ai dodici confratelli di S. Caterina e si avvia al posto prestabilito di riconsegna. Questo particolare momento è molto spettacolare e anticamente anche molto “delicato” per via delle forti rivalità tra Confraternite.

Avuta la consegna di Maria SS., il gruppo cantori di S. Caterina Le rende omaggio con un canto e la processione riparte, raggiungendo il massimo della partecipazione figurativa e della emotività, con l’aggiunta di oltre 70 confratelli. La lunga processione si sviluppa per la salita “petta” di Granéli, passando per i rioni Cerasìa e Porterha, giungendo alla chiesa di S. Caterina che trovasi nella zona sinistra del paese e localmente detta “Mancuso”, per poi ripartire e raggiungere il luogo prefissato per il secondo passaggio di consegne: Il “Fosso”. Giunti sul luogo della riconsegna, la Confraternita di S. Caterina saluta la Vergine Maria con un canto e la Confraternita dell’ Immacolata, ritornata in possesso della Vergine Maria esprime la sua gioia dedicandole un canto devozionale.

La processione riparte per giungere alla chiesa di S. Domenico. Arrivati presso la chiesa, il gruppo Cantori intona un canto della Via Crucis e contemporaneamente nella chiesa, avviene il secondo cambio del Cristo che porta la Croce. Dopo un breve pausa, la processione riprende la terza tappa percorrendo tutto Corso Umberto e passando dalla Chiesa dell’Annunziata, dalla Chiesa Matrice, per poi proseguire per la Chiesa di S. Maria e di li a poco alla Chiesa di S. Nicola, nel rione storico della “Jusuterra”.

La processione si avvia mestamente al termine arrivando alla chiesa dell’Immacolata, tappa che apre e chiude l’ itinerario religioso della Processione Penitenziale dei Misteri Dolorosi del Sabato Santo. La domenica di Pasqua per Badolato vuol dire: la “Cumprùnta”, o meglio ancora l’Incontro in piazza S. Barbara tra il Cristo Risorto e sua Madre, Maria SS. Tale rappresentazione, come tutta la Settimana Santa, affonda le proprie radici fin dal XVII secolo. La Cumprunta quindi, rappresenta un momento particolarmente importante nelle tradizioni e nella pietà popolare e vede coinvolte anche qui, due delle tre Confraternite con i loro stendardi, i caratteristici tamburi che suonano a festa e la tantissima gente che da ogni dove viene ad assistere commossa alla sacra rappresentazione.

Alle ore 10.00 dalla chiesa di S. Domenico ha inizio l’attesa Cumprunta con la processione della statua lignea del Cristo Risorto e trionfante, nella caratteristica e gloriosa raffigurazione: Le tre dita della mano destra alzate, il labaro in quella sinistra e sotto il calcagno sinistro un teschio a rappresentare la vittoria sulla morte: E’ come dare un saluto benedicente a tutta la gente di Badolato. La processione si snoda lungo un percorso che abbraccia tutto il Borgo Antico ed a guida è posta la Confraternita di S. Caterina, che con il colore rosso che la distingue, rappresenta l’Apostolo Giovanni e la vittoria dell’amore.

La Confraternita del SS. Rosario, con lo stendardo bianco e la mantellina nera, gestisce la festa e svolge un ruolo strategico avviando la processione e andando all’affannosa ricerca di Maria SS. Addolorata per comunicarle l’avvenuta resurrezione. Il tutto viene a svolgersi in trepidante attesa e alle ore 11.45, dalla chiesa Matrice, lo stendardo del SS. Rosario inizia la sua affannosa corsa verso l’addolorata Maria ancora ignara dell’avvenuta Resurrezione dell’amato Figlio. Per ben tre volte lo stendardo del SS. Rosario fa da spola e da messaggero tra il Cristo Risorto e Maria SS., posti agli antipodi del percorso, ma la Vergine Addolorata con il suo lento procedere sembra non essere convinta di quanto sia realmente accaduto, difatti nonostante il ripetuto accorrere del messaggero del SS. Rosario, sembra ancora indecisa e titubante fino a quando non vede sfrecciare ed inchinarsi d’innanzi a se l’ Apostolo fidato nella figura dello stendardo di S. Caterina: S. Giovanni.

Ballo degli Stendardi

A questo punto Maria non ha più nessuna esitazione e facendo tre inchini si lancia in una straordinaria corsa verso il suo amato Figlio risorto: in pochi attimi il suo abito nero scompare come d’incanto ed appare agli occhi increduli e commossi della gente, con una risplendente veste bianca. Impossibile descrivere questo momento particolarmente emozionante, dove la folla tutta esplode in esclamazioni di gioia ed un grande applauso fa da contorno alle campane che suonano a festa. Le statue vengono incensate ed a questo punto è bello assistere al “Ballo degli Stendardi” in onore del Cristo risorto e di Maria SS.

Lo stendardo è realizzato con un’asta di legno alta tre metri e dal diametro di circa 6 cm ed il relativo drappo. L’asta viene innalzata e fatta poggiare sulla mandibola di un confratello che con destrezza e maestria riesce a mantenerla in perfetto equilibrio per molti minuti addirittura ballando e saltellando al ritmo dei tamburi. Questa danza è molto significativa e rappresenta, tramite il ballo, il rito propiziatorio d’augurio e di auspicio che la buona riuscita della Cumprùnta esercita ed ha per tutto l’anno.

A cura di Pasquale Rudi

 

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