La notizia del sequestro di quattro oleifici nel comune di Falerna (Cz) per lo smaltimento illecito di rifiuti, è stata accolta con soddisfazione da Legambiente Calabria che, però, si dice preoccupata per le dimensioni che il fenomeno sta assumendo nel territorio regionale.
Proprio qualche mese fa Legambiente aveva denunciato, sulla stampa, alcuni scarichi abusivi di residui delle macine di frantoi oleari che si sono registrati soprattutto nel crotonese. Un grido d’allarme che è stato lanciato in tutta la regione, sollecitando il controllo di tutti gli oleifici ed il contrasto di ogni illecito.
È necessario alzare la guardia poiché purtroppo il fenomeno sta dilagando ed alcuni frantoiani scaricano illecitamente i residui della lavorazione delle olive (sansa e acque di vegetazione), con un’elevata presenza di polifenoli e di altre sostanze nocive, che finiscono per inquinare falde acquifere, fiumi e mari.
Ricordiamo nuovamente che la Legge 574/96 stabilisce le quantità massime consentite per lo spargimento delle acque di vegetazione: i limiti previsti dalla legge sono 50 m3/ha/anno per le acque provenienti da frantoi a ciclo tradizionale e 80 m3/ha/anno per quelle da impianti a ciclo continuo. Inoltre si sottolinea come lo spandimento controllato delle acque dei frantoi può abbattere i costi per il frantoiano, oltre a rappresentare una ricchezza nutritiva per il terreno apportando potassio, azoto, fosforo e magnese.
Legambiente Calabria lancia un appello alle organizzazioni di categorie e dei produttori, per invitare i frantoiani ad avviare, in sinergia con l’Associazione, iniziative di sensibilizzazione per il rispetto dell’ambiente e della salute.