Una rassegna suggestiva, ben riuscita, che sta richiamando spettatori e pubblico non solo dal piccolo borgo collinare S. Vito sullo ionio (Cz) ma da tutto il comprensorio soveratese e oltre. “Il cinema che visse due volte”, da un’idea del giornalista Francesco Brancatella, presidente dell’associazione Terraferma, si chiama così perché ripropone nell’atmosfera densa di storia e identità dell’antica “Filanda” quello schermo che per tanti anni fu un pilastro culturale e di intrattenimento per generazioni di sanvitesi: il cinema Sestito. Ricchissimo il programma di queste serate, che dal 31 luglio scorso si susseguiranno fino a domenica 7, proponendo film come La terra dei santi di Fernando Muraca, distribuito dal sanvitese Luigi Latorre (questa sera), Le vecchie e il mare di Dimitrios Kozaris (domani sera), Riso amaro di Giuseppe De Santis il 5 agosto (vedi locandina a fianco).
La cosa che rende speciale questa piccola-grande rassegna sono gli ospiti d’eccezione che nel grande cinema ci lavorano, e che sono guardacaso anche figli di S. Vito. Come ad esempio Flora Brancatella, protagonista della serata di ieri, e Claudio Cosentino, che lunedì sera ha presentato la seconda e terza parte del suo serial tv “Tut – il destino di un faraone“, dedicato alla vita di Tutankamon e per il quale ha ottenuto la nomination all’Adg-Actor Guild Award 2015. Cosentino ha coinvolto e fatto sia commuovere che sorridere il pubblico raccontando tanti aneddoti della sua carriera, partita da Catanzaro come studente all’Accademia delle Belle Arti, dove adesso è tornato come docente di scenografia. “In realtà la prima folgorazione fu da bambino, quando mio padre che dipingeva le scene delle grandi manifestazioni religiose una volta a sette anni mi portò con sé; rimasi talmente colpito da quel dipinto, dalla sua prospettiva e dalle emozioni che mi trasmetteva, che capii che quello era anche il mio destino”, ha raccontato Cosentino ringraziando il padre presente in sala.
E poi ci sono i racconti dei suoi set con i grandi registi, da Franco Nero a Dario Argento. Quest’ultimo “mi terrorizzava per la sua leggendaria irascibilità, tanto che si raccontava nell’ambiente che cacciasse i collaboratori anche su due piedi – ha ricordato – se qualcosa andava storto. Per fortuna però riuscii a guadagnarmi la sua fiducia dopo un mese di lavoro insieme, e da qual momento è uscito fuori il suo lato più umano”. Il film girato era Dracula 3D. E Cosentino è non a caso un maestro nelle nuove tecnologie 3D da applicare alla scenografia, un know how molto richiesto nell’industria cinematografica, tanto che alcuni suoi allievi andranno a lavorare già dal prossimo autunno sui loro primi grandi set grazie anche al link con il mitico Marco Trentini, art director di Ridley Scott.
Ma le luci della ribalta internazionale non hanno scalfito l’umiltà di Cosentino, tornato nella sua S. Vito tra il calore e i complimenti di tanti concittadini che non sapevano dei suoi successi, considerato il suo essere schivo e riservato quando si trova in vacanza nel borgo. Tra gli ospiti delle prossime serate anche Vittoria Camobreco, sceneggiatrice e autrice, e Stefano Sestito, proprietario dell’omonimo ex cinema. Un gioiello da non perdere e da disegnare adesso anche per il futuro, come si è augurato Brancatella nella presentazione della rassegna che, si ricorda, è dedicata al grande attore calabrese Raf Vallone.
Teresa Pittelli