Un pasto salato quello consumato da Piero Aiello, consigliere regionale ed ex assessore all’urbanistica con Scopelliti, ora senatore Ncd, qualche anno fa a Soverato: ammontava a 1200 euro, infatti, il conto pagato da Aiello in un ristorante sul lungomare della cittadina jonica, il lido Il Gabbiano. Una spesa per la quale Aiello avrebbe ottenuto il rimborso regionale, ma che essendo stata sostenuta in un periodo precedente all’inizio della legislatura – era il 12 marzo del 2010, a poche settimane dal voto per le elezioni regionali – risulterebbe “non conferente” rispetto alla normativa sui rimborsi ai gruppi consiliari. E’ uno dei tanti episodi di spese “eccentriche” o “anomale” degli ex consiglieri della Regione Calabria raccontati nell’ordinanza del gip per le indagini preliminari del tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia, emessa nei giorni scorsi a seguito dell’inchiesta Erga Omnes condotta dalla Procura reggina e dal comando provinciale della Guardia di Finanza.
Una “consumazione indebita”, la definiscono i magistrati reggini, al pari di quella per 727 euro rimborsata per “pasto personale”, qualche mese prima, al ristorante Avenue 31 di Monaco. Entrambe le somme secondo i giudici sarebbero ampiamente rientranti nei rimborsi liquidati ad Aiello nel 2010, pari a 11.900 euro. Una cifra che, se si fa eccezione per le spese nei due ristoranti di Monaco e Soverato, per il resto secondo l’ordinanza non appaiono documentate, facendo ritenere al gip che il senatore avrebbe “percepito rimborsi maggiori rispetto al documentato”. L’intera cifra risulta incassata con assegni tratti dal conto corrente intestati al gruppo Pdl ed emessi da Luigi Fedele, capogruppo Pdl dal maggio 2010 al maggio 2012, prima di assumere la carica di assessore ai trasporti e all’internazionalizzazione nella consiliatura guidata all’ex governatore Giuseppe Scopelliti.
Secondo la prospettiva accusatoria queste spese rappresentano un’appropriazione che configurerebbe il reato di peculato. Reati come questo e come quello di falso sono stati contestati dal gip a ben ventisette ex consiglieri regionali, tra i quali il vice-presidente della giunta e assessore al bilancio, Vincenzo Ciconte, che ieri si è dimesso dalla carica, l’assessore ai lavori pubblici Nino De Gaetano, per i quali è stata chiesta la misura cautelare dei domiciliari, anche lui prontamente auto-sospesosi dal Partito democratico e dall’incarico, e l’assessore al lavoro Carlo Guccione. Un terremoto giudiziario e mediatico che, tra arresti domiciliari, divieti di dimora e sequestri di beni per 2,5 milioni di euro in queste ore ha precipitato il governo regionale e le segreterie di partito nell’imbarazzo e nell’impasse politico-amministrativo, in attesa che il presidente della Regione, Mario Oliverio, proceda alla nomina di una nuova giunta e a una forte presa di posizione in pubblico che, per adesso, si fa attendere.
Teresa Pittelli