“Alle parole del presidente del consiglio dei ministri, e segretario nazionale del nostro Partito, Matteo Renzi, che invita a mettere fine alle polemiche, comunque gli italiani abbiano votato, non c’è nulla da aggiungere. Il risultato consegnato dalle urne è una bocciatura netta e chiara di un referendum, fin troppo strumentalizzato politicamente, che poteva essere evitato con un grande risparmio economico”. E’ quanto afferma il segretario regionale del Partito democratico calabrese, on. Ernesto Magorno, in merito al risultato del referendum sulle trivelle che ha registrato il mancato raggiungimento del quorum.
“Oggi a vincere è il lavoro, sono le 11 mila persone che possono tornare tranquillamente a lavorare sulle piattaforme – ha detto ancora Magorno -. L’Italia non ha bisogno di demagogia ma di concretezza, stabilità, sviluppo, crescita economica e occupazionale. Allora ripartiamo tutti insieme, sapendo che nei prossimi due anni c’è molto da fare perché l’Italia torni ad essere un punto di riferimento nel mondo. Il percorso da fare è ancora lungo – conclude il segretario regionale del Pd calabrese – ma la strada intrapresa dal Governo, con la sua azione riformatrice, è quella giusta”.
Sul fronte della campagna no triv, invece, a rilasciare ieri sera la sua dichiarazione è stato il consigliere regionale Arturo Bova, grande attivista in questa battaglia, delegato referendario per la Regione Calabria, che ha portato la sua Amaroni a superare il quorum, unico paese in Calabria. “Ben 15 milioni di italiani hanno ribadito il loro appello a fermare le trivelle nelle 12 miglia alla scadenza delle concessioni. L’augurio è che il Governo faccia tesoro di questo appello al fine di dare una virata secca alle politiche energetiche. Dovremo puntare tutto sulle rinnovabili senza esitazione. Sono sicuro che, smaltito lo stress di questi giorni, sapremo sederci tutti a un tavolo per costruire un futuro migliore per le generazioni che verranno. Ne abbiamo il dovere”, ha spiegato Bova ai microfoni Rai.