“Quei distacchi forzati dei prof. dalla Calabria e dalle famiglie…”. M5S all’attacco.

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mobilità
Foto it.blastingnews.com

*L’estate che volge al termine vede consumarsi un dramma che attanaglia molte famiglie meridionali e in particolare moltissime famiglie calabresi. L’attuazione del piano di mobilità della cosiddetta buona scuola“, introdotta con la legge 107/2015, ha determinato infatti un trasferimento coatto di moltissimi docenti concretizzando un esodo di proporzioni bibliche dalle regioni del sud verso le scuole del nord. Questo è accaduto sia per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, sia per quanto riguarda le scuole secondarie di primo e di secondo grado, con gravissime ipotizzabili conseguenze sotto il profilo sociale ed economico (in merito si possono confrontare i dati di tuttoscuola che parlano di un’emigrazione “forzata” al 44% da parte dei docenti meridionali, ndr).

In questi giorni le famiglie si apprestano a separarsi in maniera forzata e vengono segnalati diversi casi in cui i coniugi, entrambi docenti e spesso genitori di figli in tenera età, sono stati estirpati dalla loro realtà quotidiana e  “spediti “ in località estremamente distanti sul territorio nazionale. Alla sofferenza per la separazione imposta, che verrà subita in particolare modo dai figli, si aggiungeranno inoltre le inevitabili difficoltà economiche per i docenti che saranno costretti, a causa del trasferimento, a sottrarre una consistente parte del loro stipendio alla famiglia per poter vivere dignitosamente nella sede loro assegnata.

Il tutto senza voler sottolineare che le partenze determineranno un ulteriore e inevitabile depauperamento del patrimonio intellettuale ed economico del già martoriato territorio calabrese. Il Movimento Cinque Stelle, da sempre impegnato nella battaglia a favore della legalità e della trasparenza, si rifiuta, schierandosi a fianco dei docenti in questo delicato momento, di accettare che la sorte dei docenti sia stata decisa dal cosiddetto “algoritmo” del ministero, il cui misterioso e spesso erroneo funzionamento ha partorito tra l’altro un’incredibile serie di ingiustizie, penalizzando,docenti con tantissimi anni di servizio precario al loro attivo letteralmente esiliati dopo avere contribuito, con la loro professionalità, alla crescita della scuola locale.

Nonostante abbiamo già chiesto da tempo al Ministro Giannini chiarezza e trasparenza nella procedura adottata, sulle modalità e sui criteri di assegnazioni delle sedi nell’interesse dei docenti di tutte le classi di concorso, non possiamo che aderire all’iniziativa promossa dal Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti Umani che si sta impegnando da diverso tempo affinché l’insegnamento delle discipline giuridiche venga esteso in tutte le scuole ed in particolare anche nella scuola secondaria di primo grado, al fine di contrastare il “malessere demografico”, il depauperamento  delle risorse intellettuali e materiali del nostro territorio e l’avanzare della piaga della criminalità organizzata, in una regione “a rischio “ come quella calabrese.

Cogliendo, pertanto, l’invito formulato a tutte le forze politiche dal Presidente del Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani, professor Romano Pesavento, in esito all’incontro svoltosi nella giornata del 22 agosto 2016 presso gli uffici della Regione Calabria tra una rappresentanza del Coordinamento e l’assessore alla istruzione Federica Roccisano, l’assessore all’ambiente Antonella Rizzo e il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Diego Bouchè, sollecitiamo gli organi rappresentativi della Calabria a riproporre con urgenza al Miur e, comunque in tutti gli uffici istituzionali più appropriati, le criticità palesate e le richieste di potenziare la cultura della legalità con l’impiego in tutte le scuole e nelle scuole secondarie di primo grado.

*Comunicato a firma dei parlamentari M5S Paolo Parentela, Nicola Morra, Federica Dieni e Dalila Nesci

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