Una battaglia tra il positivo ed il negativo, tra l’ottimismo di un umanista e filantropo fuori dagli schemi e il pessimismo dei nostri giorni; uno stimolo per le nuove generazioni e insieme un viaggio alla scoperta di un uomo che i più conoscono solo come l’inventore del teorema: “Pitagora, La nascita di un uomo nuovo” di Roberto Kirtan Romagnoli, per la regia di Loris Seghizzi, ha messo a nudo tutte le sconfitte dell’uomo moderno incapace di cogliere le meravigliose possibilità offerte dal finissimo intelletto di un uomo tremendamente attuale come Pitagora palesando la sua superbia, la sua stupidità e le sue distruzioni.
Ultimo atto del cartellone ufficiale di Armonied’ArteFestival, ideato e diretto da Chiara Giordano ed il cui ente attuatore è Fondazione Armonie d’Arte, il potente monologo è andato in scena venerdì sera nella cornice naturale mozzafiato della Chiesa Normanna del Parco Archeologico di Scolacium; ed in coerenza con lo spirito del Festival che sostiene da anni la necessità di stimolare attraverso l’arte e lo spettacolo il libero pensiero e la riflessione intellettuale, è un’accusa, dunque, fuori dai denti, all’uomo di oggi colpevole di essersi allontanato dalla natura causandone la distruzione perché convinto di poterla governare e piegare ai propri interessi.
Viene fuori, così, l’assoluta modernità di un uomo e di un pensiero fatto di coraggio e forza, umanità, conoscenza ed ecologia, un uomo da tenere a modello di esistenza e capace, ancora oggi, di essere fonte di ispirazione ed insegnamento. Accompagnato solo dal suo santur, lo strumento pitagorico di origini persiane chiamato a ricordare la perfezione dell’organizzazione naturale dei suoni secondo principi matematici, in scena lo stesso Kirtan Romagnoli, appassionato e carismatico, che persino con un pizzico di comicità ha descritto l’Uomo, fatto di sovrastrutture e scarsa voglia di ascolto, effettuando un parallelismo audace ma pieno di valore tra il grande maestro e il direttore del settore ricerca della Microsoft padri, entrambi, di un disegno, un sogno coraggioso ma che ancora oggi conserva tutta la sua forza.
Un inno alla conoscenza, alla moralità, alla verità, alla meraviglia, alla scuola, alla purezza e all’informazione, l’opera di Romagnoli e Seghizzi è insieme una condanna e una lode dell’uomo perché capace di elaborare pensieri finissimi e nello stesso tempo dimenticare e distruggere sé stesso e l’universo che lo ospita. Un’arringa quasi politica contro una realtà troppo distante dalla natura ed un uomo troppo concentrato su sé stesso e sulle sue ricchezze.
Così le armi a disposizione di un’umanità che deve necessariamente piegare su sé stessa e sul proprio intelletto per rinascere non possono che essere l’etica, l’intelligenza, la creatività che attraverso Scienza e Arte diventano gli strumenti necessari per abbattere quel conformismo che annebbia le menti e annienta ogni stimolo. Il pubblico comprende e applaude entusiasta sottolineando un gradimento che ormai è un tributo di stima e fiducia per un Festival che, a fronte delle note criticità che vive il comparto culturale, continua a non cedere alle sirene dei più facili repertori commerciali e a credere nella ricerca artistica, in qualche caso persino di quasi di nicchia, “quale opportunità di crescita – come sempre ripete Chiara Giordano – e di contrasto alle contemporanee disarmonie dilaganti su ogni fronte”. Ed ancora il direttore artistico Giordano, introducendo lo spettacolo, lancia una riflessione forte che è anche una sorta di invito conclusivo di questa XVI edizione: “nei momenti in cui l’uomo percepisce di più la sua precarietà e finitezza, allora riesce anche ad intravedere quell’immortalità di pensiero data da traiettorie tracciate da uomini grandi e dai loro valori permanenti; e questa è insieme salvezza individuale e futuro dell’umanità”.
Armonied’ArteFestival chiuderà definitivamente i battenti sabato 10 settembre con “Scolacium Open Day”, una sezione speciale OFF che dalle ore 8.00 alle ore 24.00 chiamerà a raccolta tutti gli artisti locali per un evento unico nel suo genere: musica, teatro, danza, pittura, scultura, poesia ed artigianato insieme per una festa unica di fine estate, una grande full immersion artistica che avrà come sfondo un Bene culturale e vedrà impegnati i giovani artisti calabresi per una 24 ore di palcoscenico permanente.
Giuseppe Panella. Addetto Stampa Armonied’ArteFestival