Laurearsi in Calabria, laurearsi in lettere. Un binomio che, a dispetto di qualcuno o di tanti pregiudizi, potrebbe rivelarsi molto più affascinante e sensato di quanto non si pensi. Prima di tutto: la Calabria. Appartengo a una generazione per la quale era quasi d’obbligo, non solo per le elite borghesi ma per l’intera classe media, mandare i figli a studiare “fuori”. Più possibilità di lavoro, secondo i genitori, più apertura al mondo e libertà, secondo noi figli.
Ma in tempi di netto ridimensionamento socio-economico dell’intera economia nazionale, in tempi di pandemia, in tempi in cui le università calabresi sono cresciute e si sono impegnate in percorsi di eccellenza, in virtù dei quali offrono un livello di qualità degli insegnamenti e dei docenti molto alto, tanto più se confrontato con il rapporto di attenzione e vicinanza docente/allievo, ha senso investire a tutti i costi risparmi ed energie per studiare fuori? L’occasione di questa riflessione è stata la presentazione, nei giorni scorsi, delle lauree magistrali del Disu, Dipartimento Studi Umanistici dell’Unical, l’Università della Calabria con sede a Rende (Cs).
E qui veniamo alle lettere. Dalla biennale in Comunicazione e tecnologie dell’informazione, alle tradizionali lauree in Lettere nei curricula moderno, classico o archeologico, fino alle Scienze storiche e filosofiche, alle Lingue e letterature moderne e al Dams, l’offerta nel settore si è ampliata per contemperare l’ampio respiro del sapere umanistico con le competenze pratiche richieste dal mercato. E con nuovi percorsi sperimentali, come quello sulla comunicazione on line o l’indirizzo Filosofia e Psicanalisi, unico nel panorama italiano.
I numeri confermano. La classifica Censis 2020/21 delle università italiane, per la laurea magistrale in lettere, basata su parametri di valutazione che vanno dai servizi alle strutture, all’occupabilità, passando per borse di studio erogate, comunicazione, servizi digitali e internazionalizzazione, mette l’Unical al dodicesimo posto su quaranta. L’ateneo calabrese stacca di diversi punti università antiche e prestigiose come Roma Sapienza e la Federico II di Napoli, scavalcando anche Urbino, Torino e Roma Tre. Tra le frecce al suo arco, elencate nel corso dell’incontro da Raffaele Perrelli, direttore del Disu, l’Unical ha la Bau, la biblioteca di area umanistica con la sua lunga e nobile storia: basta pensare al contributo di Mario Geymonat, grande filogolo e latinista, editore di Virgilio, che ne fondò il primo e preziosissimo nucleo – come ha ricordato Perrelli – acquistando un intero catalogo Blackwell.
Tutto questo vale anche per la laurea in Scienze dell’antichità (vale a dire lettere classiche), un’eccellenza dell’Unical cresciuta nell’humus di due grandi scuole, urbinate per la filologia greca, napoletana per quella latina. “E’ vero che gli studi classici rappresentano una forza del passato, ma sono al tempo stesso un grande viaggio nella contemporaneità. La nostra magistrale non ha eguali in Italia per la qualità scientifica in rapporto alla disponibilità dei docenti a costruire un percorso di studi insieme all’allievo”, ha spiegato Perrelli, professore ordinario di letteratura latina. “Siamo un pezzo di Calabria pulito e che funziona bene: siamo al Sud, ma non in periferia. Ricordo i recenti incontri internazionali di altissimo livello organizzati per i nostri studenti, uno tra tutti quello con il grecista Bernhard Zimmermann“, ha sottolineato il direttore del Disu, secondo il quale “pensare che fuori si faccia sempre più e meglio è ormai un po’ provinciale, una cattiva pratica non corroborata dai fatti”.
Tra gli sbocchi, non solo l’insegnamento e le carriere accademiche. Anche il turismo, l’inserimento in aziende che, in Italia come all’estero, richiedono la flessibililità mentale e l’uso della parola proprie di un laureato in lettere. Secondo le testimonianze emerse durante la presentazione, ci sono neolaureati Unical che insegnano nelle università inglesi, dove la formazione italiana negli studi classici è particolarmente apprezzata, che lavorano in case editrici regionali, che hanno messo in piedi realtà imprenditoriali nei servizi e nel commercio.
Grazie agli accordi Erasmus e alle borse di studio internazionali, del resto, già durante il corso di studi gli studenti Unical potranno fare il pieno di esperienze all’estero, oltre che gli stage in Italia. In modo da arrivare con le idee chiare al traguardo veramente importante, ancor prima della stessa laurea: far emergere il proprio talento autentico e metterlo a frutto nella comunità.
Teresa Pittelli