Osservatorio Fbs, ricordando via D’Amelio con uno sguardo ai programmi autunnali.

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Con una conferenza organizzata martedì 19 al bar Centofiori di Soverato, Carlo Mellea -presidente dell’Osservatorio Falcone Borsellino Scoppelliti – ha voluto ricordare il grande magistrato nel giorno dell’anniversario della sua tragica morte nell’attentato-strage di via D’Amelio, anche per introdurre la presentazione del libro che raccoglie trentaquattro interviste. “Ho voluto ravvivare il suo ricordo in quanto oggi nessuno ne ha parlato”, ha esordito Mellea, spiegando le funzioni e il lavoro che svolge l’osservatorio e le varie iniziative che si prefigge. Tra queste, a dicembre, una campagna di sensibilizzazione sulla situazione delle carceri. “Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”.

A moderare l’incontro la giornalista Giulia Veltri, che ha presentato il libro spiegando che le interviste sono varie: dalla persona più piccola, la quindicenne Bruna Natale (vincitrice del premio regionale Giornalisti in erba per il liceo scientifico di Soverato) a Nino di Matteo. Racconta che per l’anniversario della morte di Borsellino si voleva fare qualcosa di diverso e non essere troppo retorici, così ha scelto di far raccontare ad alcuni professori impegnati nei temi civili, come Fabio Guarna e il preside Nicola Limardo, oltre a politici come Mario Magno, il loro personale ricordo di quel giorno. Magno ha offerto la propria testimonianza ricordando i venticinque anni accanto a Mellea e spiegando che oggi è molto più semplice combattere la criminalità organizzata perché ci sono più strumenti, in primis la scuola. “Dobbiamo far capire ai giovani che la loro strada è quella di studiare e di formarsi perché solo così – ha sottolineato Magno – si potranno allontanare dalla strada”.
conferenza-ricordofalcone

A puntare sul discorso scuola-ragazzi è la direttrice della casa circondariale di Siano Angela Paravati. “Apro le porte del carcere sempre agli studenti perché è giusto che conoscano anche quella realtà”, ha spiegato Paravati, sottolineando l’importanza della prevenzione, oltre che della funzione rieducativa della pena per chi sta dentro.

Testimonianza “familiare” arriva da Fabio Guarna, che ha ricordato il rapporto di suo padre Vincenzo, preside di lungo corso oltre che scrittore e studioso di Montale, con Mellea. E soffermandosi sull’apporto di quest’ultimo nell’elaborazione del concetto di “diritto alla legalità”. Per l’impegno nell’ambito scolastico – e non solo – ricorda Mellea un altro preside “storico” di Soverato, Nicola Limardo, ringraziandolo di aver portato la legalità nella scuola. Ma forse il racconto che ci riporta ai giorni di via d’Amelio e Capaci è quello di Emanuele Amoruso, consigliere con delega alla cultura, che ricorda invece il 23 maggio, giorno dell’omicidio di Falcone che precedette di soli 57 giorni quello di Borsellino,  con un po’ di tristezza: “Era il giorno della mia prima comunione e ricordo tutti i miei parenti in cucina ad ascoltare il telegiornale. Il 19 luglio, poi, dalla strada ho sentito gridare – E’ successo di nuovo, hanno colpito ancora – ”. Tutte queste testimonianze sono diventate interviste nel volume che uscirà a novembre, e che Mellea ha voluto introdurre oggi dando semplicemente un assaggio per ricordare la strage di via D’Amelio.

Victoria Asturi

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