Raccogliamo una delle tante testimonianze che in questi mesi ci arrivano sulle prestazioni ricevute all’ospedale di Soverato, considerate ottime non solo dal punto di vista medico ma anche psicologico (cosa che non dovrebbe mai andare disgiunta). Ne emerge un puzzle collettivo di esperienze che contrasta con le previsioni di tagli e ridimensionamenti, avverso le quali si portano le evidenze rappresentante non solo da numero di prestazioni e utenza servita, ma anche da esperienze come quella che segue (ndr).
*Sono una cittadina di Soverato, nata e cresciuta qui, e sia io che i miei familiari abbiamo sempre usufruito del nostro presidio opspedaliero negli anni: visite, interventi chirurgici di varia natura….qui ho partorito i miei figli, qui sono stati curati e ricoverati all’occorrenza nel reparto di pediatria, qui ci siamo recati per urgenze e non. Ed è proprio dell ultima esperienza capitatami, purtroppo una circostanza di urgenza, che voglio raccontare. Tengo a dare testimonianza di quanto mi è successo qualche giorno fa quando è iniziata la mia odissea, per far capire quanto di buono c’è nell’ospedale di Soverato, a disposizione non solo della cittadinanza ma di tutto il vasto comprensorio del basso ionio, delle pre-serre e della locride.
Qualche giorno fa in maniera piuttosto improvvisa mi sono sentita molto male e mio marito ha chiamato il 118 per il mio trasporto in ospedale, vista la mia totale impossibilità di deambulare. Garbatamente l’addetto al centralino spiegava che “l’unica ambulanza” era già impegnata fuori sede, che c’erano altre chiamate in lista e che ci sarebbero volute delle ore per far fronte a tutte le richieste. Così, visto che non c’era tempo da perdere abbiamo deciso, con una buona dose di coraggio e fra dolori lancinanti, di raggiungere il pronto soccorso in macchina.
Arrivati abbiamo trovato un’equipe di medicina d’urgenza a dir poco formidabile: medico, infermiere, addetti al trasporto e alla sicurezza che cercavano di gestire al meglio (nonostante le varie problematiche che conosciamo) tutti coloro che erano già in sala d’attesa e quelli che continuavano ad arrivare fino alle prime ore dell’alba. Ringrazio di cuore il dottor Cosimo Zurzolo (del pronto soccorso), le infermiere di turno Nadia DiNardo e Adriana Nisticò, il medico-anestesista Renata Vozzo e tutto il personale paramedico, non solo per le ottime prestazioni mediche, quelle che teoricamente sono dovute in ogni ospedale, ma soprattutto per il supporto morale e psicologico che mi mi hanno dedicato, la disponibilità e la pazienza che mi hanno dimostrato, avendo capito le mie paure e assicurandomi che avrebbero fatto tutto il possibile per la mia ripresa. Li ho soprannominati “i miei angeli della sanità”, che svolgono il proprio lavoro ogni giorno e ogni notte con dedizione e passione nonostante le difficili condizioni in cui spesso vengono lasciati dal sistema. È per questo che rivolgo un appello a chi si occupa della nostra sanità : “Potenziate il presidio ospedaliero di Soverato….non chiudetelo e non distruggetelo!”.
*Alessandra Cavallaro (una paziente qualunque)