Legambiente Calabria: rinnovate le cariche associative al VII Congresso regionale

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Si conferma Francesco Falcone alla guida di Legambiente Calabria per i prossimi quattro anni. Riconfermato anche il vicepresidente Andrea Dominijanni. Nuovo incarico per Luigi Sabatini, del Circolo di Girifalco, alla carica di direttore. Approvate le modifiche dello Statuto e rinnovate le cariche associative. Si è tenuto sabato 28 novembre a Lamezia Terme, il VII Congresso regionale di Legambiente alla presenza del presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, dell’amministratore nazionale Nunzio Cirino Groccia e del responsabile nazionale Aree Protette e Parchi Antonio Nicoletti. Un’occasione, per fare il bilancio su quattro anni di intenso lavoro e di proposte poste in essere, ma anche per affrontare le criticità e le prospettive di una regione in perenni emergenze ambientali.

Nella segreteria regionale, fanno il loro primo ingresso: Antonella Pupo del circolo di Vibo Valentia, Filomena Ierardi del circolo di Petilia Policastro, Antonio Falcone del circolo di Catanzaro, Tommaso Talerico del circolo di San Giovanni in Fiore, Nicoletta Palladino del circolo di Reggio Calabria e Carlo Gaglianone del circolo di Belvedere che è stato riconfermato.

Nel corso del congresso, i delegati si sono confrontati sulle maggiori questioni ambientali, sociali ed economiche che interesseranno la Calabria nei prossimi anni a venire. Tra gli obiettivi: radicarsi maggiormente sul territorio, incidere con forza nella realtà politica e sociale, ambire a sempre più importanti sfide per la difesa dell’ambiente e costruire una forte alleanza per favorire un cambio di rotta nella gestione regionale dei rifiuti. Il prossimo evento per l’Associazione, sarà la partecipazione al Congresso nazionale “L’era del cambiamento” che si terrà a dicembre a Milano.

“Non vogliamo accontentarci dei risultati raggiunti – ha detto il presidente Francesco Falcone – perché abbiamo molto lavoro da fare e tante idee da mettere in campo. C’è bisogno di costruire fiducia per ridare speranza di presente e di futuro ai giovani ed alle donne che vogliono vivere e rimanere in Calabria: terra di bellezza e di speranze deluse, schiacciate dalla quotidianità delle emergenze. Dobbiamo avere l’ambizione di cambiare e produrre modernità di progresso e sviluppo sostenibile. Occorre seminare buone pratiche e nuovi stili di vita. Dobbiamo avere la capacità di far diventare desiderabile il cambiamento e la sostenibilità ambientale. La Legambiente che vogliamo e che vorrei è un’Associazione che vuole dare forza e voce ai territori per cambiare e incidere sulle scelte politiche e far cambiare passo alla Regione Calabria sulle questioni ambientali, sociali ed economiche. Dobbiamo essere capaci di fare rete e impedire che la qualità dell’ambiente e della salute collettiva vengano subordinati, dal governo del territorio, ad interessi privati leciti ed illeciti”.

Le finalità dello Statuto approvato perseguono con la valorizzazione della persona umana in armonia con la natura e con i valori della solidarietà sociale; promuove lo sviluppo sostenibile per una società basata su un corretto equilibrio tra esseri umani e natura; mette al centro della propria visione e della propria azione associativa la stretta correlazione tra ambiente e lavoro; si batte in particolare per una effettiva pari opportunità e per valorizzare e ampliare il ruolo delle donne e favorire una cittadinanza  più ricca e plurale; si impegna a far conoscere e divulgare la Bellezza della Calabria; si spende a favore dell’implementazione della produzione, commercializzazione e consumo di prodotti locali di qualità del “made in Calabria”; si impegna per considerare i cambiamenti climatici in stretta relazione con i processi economici delle comunità e la messa in sicurezza dei territori; è impegnata a dare alla propria impostazione sulle vertenze e alle proprie azioni di lotta nei territori un carattere propositivo offrendo soluzioni alternative anche sul piano tecnico-scientifico; promuove le attività sportive e motorie, in natura e negli spazi urbani, non lesive dell’ambiente e dell’uomo; promuove ogni azione diretta a contrastare i reati e le illegalità ambientali anche attraverso il CeAG regionale. Promuove, infine, l’utilizzo sociale dei beni pubblici sottoutilizzati o inutilizzati e la corretta destinazione, assegnazione e gestione dei beni confiscati alla ‘ndrangheta o ad altri soggetti illegali.

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