Concetta Stanizzi, sindaco di Stalettì, interviene sui lavori a Caminia, località Panaia.
* Penso sempre a Stalettì come a una comunità dinamica, con una cultura più moderna e al passo con i tempi, fuori da un sistema farraginoso pieno di trappole e incapace di offrire risposte immediate che limitano i rischi e l’incuria del degrado nel territorio. Purtroppo la burocrazia imperante impone divieti, tariffe, blocchi, restrizioni, impedimenti, compromettendo gravemente il migliore utilizzo e la gestione efficiente nonché la produttività dei beni territoriali sui quali vengono esercitati vincoli, non sai bene se legittimi, che stabiliscono inutili tempi di attesa per le indagini e approfondimenti. Inefficienze tipiche del nostro sistema, corroborate da pettegole e false denunce non suggerite mai da buon senso o da sana critica ma soltanto da desideri di vendetta, rivalse, frustrazioni.
Ma veniamo al dunque. A Caminia di Stalettì, rinomata località balneare, ogni estate la presenza tra residenti e turisti si triplica rispetto al periodo invernale. Ebbene in tanti anni di consolidato turismo non si è mai pensato, da parte delle amministrazioni precedenti, di dotare la spiaggia, piuttosto ampia, di bagni pubblici, in modo da evitare che, boschetti da una parte e acqua di mare dall’altra, diventassero vespasiani a cielo aperto. Ed ecco che un sindaco e una giunta un poco più accorti, un poco più sensibili, individuano l’unica area che c’è in loco per creare uno spazio igienico e mettere così fine ad una situazione inaccettabile sotto qualsiasi voglia profilo, in primis quello della civiltà, a cui tutti gli stalettesi avrebbero dovuto inneggiare con simpatia. E l’hanno fatto! E lo fanno! Tranne qualche amministratore del tempo che fu e qualche nostalgico, che puntano il dito sul fatto che a circa 60 m dal luogo prescelto ci siano i ruderi di una chiesina, bizantina (ma sono 30 anni che si attendono risposte chiare sugli studi interrotti per mancanza di finanziamenti…). Chiesina che è stata per la prima volta in tantissimi anni oggetto di grande attenzione da parte dell’amministrazione in carica, saggiamente transennata, legittimamente distanziata, pignolamente ripulita da siringhe infilzate persino nei tronchi degli alberi vicini, cartacce, carte igieniche, preservativi, escrementi e rifiuti di ogni tipo.
Area totalmente risanata. Eppure a seguito di una pettegola denuncia si sono mosse, del resto come è giusto che sia, le autorità competenti che, benché , siano state fornite di documenti attestanti l’ossequio alle leggi vigenti e la bonifica effettuata, hanno dovuto, spero loro malgrado, mettere in stand by i lavori in attesa di studiare gli incartamenti. Il che equivale a tempo perso. Per colpa di chi per tanti anni ha consentito il degrado della chiesina di Panaia, permettendo che a ridosso della stessa ci fosse un parcheggio. Non è più possibile accettare in silenzio una lettura distorta della realtà così come respingiamo qualunque tentativo di mettere in cattiva luce l’operato dell’attuale amministrazione proprio da parte di chi ha travi e non fuscelli negli occhi.
Buona Vita a tutti.
* Concetta Stanizzi
sindaco di Stalettì (Cz)
Quella che il Sindaco di Stalettì definisce “chiesina” è un edificio sacro di matrice bizantina, collocato nel contesto di un “insediamento medievale”, che rende Panaia “un sito di notevole interesse archeologico”. Lo afferma la Soprintendenza Archeologica della Calabria nel parere sui lavori avviati dal Comune di Stalettì a Panaia per la realizzazione di un’area turistica attrezzata. Il parere della Soprintendenza, con relative “prescrizioni obbligatorie”, è lontano anni luce dall’encomio “irrituale”inviato al Comune nelle scorse settimane. Una ampio resoconto del parere della Soprintendenza Archeologica su Panaia lo troavte al seguente URL:
http://utopiecalabresi.blogspot.it/2015/07/panaia-staletti-e-arrivato-il-parere.html