Là dove c’era l’erba ora c’è…un parcheggio privato e recintato

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Là dove c’era l’erba ora c’è…un muro di cinta alto circa un metro a protezione di un parcheggio privato nuovo di zecca.Via gli ulivi da sempre di casa in quello spiazzo, uno spazio verde centralissimo, appena dietro la piazza principale della città, che serviva anche a dare un po’ di respiro a un’area già affollata di palazzi, oltre che a parcheggiare l’auto senza intasare le vie principali che corrono intorno a piazza Maria Ausiliatrice, sede del Municipio e della chiesa parrocchiale. Una piccola oasi nella quale il management dell’hotel Il Nocchiero, proprietario dell’area, ha tirato su nel giro di qualche mese l’opera in questione, ora quasi terminata e già dotata di cartello con la scritta “riservato”.

Davanti a questo cartello nascono spontanee alcune domande: con quale procedura è stato concesso il permesso a costruire, dal momento che sull’area, pur privata e ceduta qualche anno fa ai proprietari dell’hotel, esisteva un vincolo di destinazione? C’era proprio bisogno di circondarlo di un muro di calcestruzzo che aggiunge altro cemento “affogando”, anche da un punto di vista estetico, un’area già cementificata? A cosa è dovuta la scelta di tagliare gli alberi di ulivo? Sono stati richiesti i permessi necessari alle autorità di competenza per compiere quest’ultima operazione? Maurizio Paparazzo, proprietario e direttore dell’hotel Il Nocchiero, interrogato in proposito per la verità non si sottrae a nessuno degli interrogativi. “Il permesso a costruire che abbiamo chiesto nel 2012 ha comportato una variante urbanistica adottata al termine di una regolare conferenza di servizi e nel più scrupoloso rispetto della legge”, chiarisce Paparazzo. Un iter che è andato quindi avanti per tutto il 2013 (sotto la gestione del commissario Rizzo) e che si è concluso positivamente nella scorsa primavera, con l’inizio dei lavori a maggio.

“Non solo abbiamo rispettato le norme, ma abbiamo piantato gli ulivi rimossi in una piazzola davanti al campo sportivo, dove un innesto di verde era quantomai necessario – insiste Paparazzo – mentre nel nuovo parcheggio pianteremo oggi stesso ben undici piante alte tre metri (4 jacaranda e 7 albizie), consapevoli dell’importanza del verde per riqualificare un’area prima decisamente abbandonata”. Paparazzo ci tiene anche a chiarire che il parcheggio era ormai vitale per la sua attività alberghiera. “In questo momento abbiamo in hotel molti turisti stranieri, dall’America al Nord Europa, oltre che italiani, e tutti chiedono appena arrivati se c’è un parcheggio per l’auto”, chiarisce il manager. “Del resto abbiamo previsto solo 25 posti a fronte delle 36 camere dell’hotel, e si tratta di posti che saranno concentrati nell’area già di nostra proprietà e lasciati liberi nelle strade limitrofe alla piazza centrale, che saranno così meno congestionate”. Tutto regolare, quindi. Ma com’è stato superato quel “vincolo” posto sull’area? “Abbiamo lasciato quasi un terzo del nostro terreno alla disponibilità del Comune, con undici posti parcheggio, di cui uno per disabili, che resteranno a disposizione dei cittadini”, risponde Paparazzo, delineando i termini dell’operazione.

Una difesa trasparente e accorata di questo intervento pubblico-privato a favore del turismo, in una cittadina che di questo vuole vivere, rispetto alla quale c’è poco da obiettare nei confronti di Paparazzo. Resta però il dubbio sul ruolo pubblico nella tutela del verde e degli spazi vincolati, rispetto a ragioni commerciali che potrebbero essere portate avanti diversamente, cominciando con politiche nuove sull’ambiente e le infrastrutture.