Inside Out: cinque ragioni per correre a vederlo insieme ai vostri figli

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inside outUltimissimi giorni di programmazione nelle sale di Inside Out, il nuovo film targato Pixar che al Supercinema di Soverato sarà proiettato sabato e domenica, con unico spettacolo in entrambi i giorni alle ore 17.30. Perché correre a vederlo insieme ai vostri figli se l’avete perso? Ecco cinque buone ragioni:

– Perché è un film che parla del legame tra genitori e figli, e di quanto sia determinante nella formazione e nel consolidamento della personalità dei bambini una “scorta” di ricordi positivi, caldi e affettuosi legati ai momenti trascorsi con mamma e papà e al supporto familiare.

– E poi perché l’idea delle emozioni personificate nella mente di una bambina, da quando nasce fino a poco prima prima della pubertà, è un’idea geniale che – seppur non originalissima e mutuata dal concetto platonico di “anima” – affascina e diverte, e al tempo stesso aiuta a dare un nome ai sentimenti negativi come la tristezza o alle pulsioni aggressive come la rabbia, anziché negarli.

– Il fatto che “Rabbia”, reso simpatico dai suoi modi spicci ma bonari, con il suo fuocherello pronto sempre ad accendersi sui capelli, “Paura”, “Disgusto e sua maestà “Tristezza”, nerd sovrappeso, occhiali e sguardo sempre basso, possano essere personaggi con i quali i bambini si identificano, facendo loro scoprire che non solo la bella Gioia è sempre quella “giusta”, ma lo sono tutti e funzionano in gruppo se ognuno, pur con i suoi difetti, svolge il suo ruolo, aiuta a sdrammatizzare i complessi che – spesso complici noi adulti -derivano proprio dal percepire quei sentimenti come “sbagliati”. Non solo, da quando abbiamo visto il film, quando a uno dei miei figli capita di arrabbiarsi o piangere, dirgli “ora ha preso Rabbia (o Paura o Disgusto) il comando della consolle nella tua testa!” li fa calmare e spesso ridere (anche il piccolo che non lo ha visto ma al quale hanno raccontato tutto la sorella e le cuginette).

– Per farvi un’opinione vostra su uno dei film più discussi del 2015, di cui parlano tutti, acclamato nel mondo come un capolavoro. Su Inside Out sono stati versati fiumi di inchiostro, contrapponendo raffinate e popolari penne come Massimo Gramellini, il vice-direttore de La Stampa che l’ha ritenuto un esemplare elogio della funzione della tristezza, tanto più utile per i bambini ai quali spesso oggi si nega il diritto alla riflessione critica, alla noia e al senso di vuoto, che servono invece a crescere, a commentatrici più scanzonate come Selvaggia Lucarelli che ha invece spiegato a Dagospia le ragioni per le quali non le è piaciuto più di tanto, tra le quali una costante copiatura e riciclo-personaggi di precedenti successi della Pixar, da UpToy Story a Monsters&Co.

– Nell’ultimo quarto d’ora, accanto alla mia cinquenne esaltata dalla novità del cinema, che è sempre una grande emozione, non mi vergogno a dire che mi sono commossa senza ritegno. Non so se è perché, come qualcuno accusa, il film sa essere furbo ed ammiccare a tutte le età. O perché invece, come credo io, ho colto in modo emotivo la sua bella lezione sulla crescita e sulla necessità dei cambiamenti, che comportano sempre una rinuncia a qualcosa (il mitico personaggio di Bing bong, l’amico immaginario che per tanti anni aveva accompagnato Raily-bambina ma che finisce nella discarica dei ricordi, a dissolversi insieme a quelli che non servono più, sacrificandosi per salvare Raily-ragazzina). In ogni caso, andateci: non ve ne pentirete!

Teresa Pittelli

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