Un campo sportivo strapieno di gente in ogni angolo, fiori bianchi in ogni dove, migliaia di persone accorse da ogni parte della Calabria per dare l’ultimo saluto ai tre ragazzi che hanno perso la vita nell’incidente stradale di domenica scorsa nel tratto tra S. Caterina e Badolato (Cz), Vittoria Lopilato, Lorena Lopilato e Pasquale Papaleo. Una compostezza e un silenzio che parlavano da soli, una Badolato vuota e spenta ma unita per ricordarli al meglio. Così hanno pensato anche gli amici, che per sentirsi più vicini a loro e alle loro famiglie hanno indossato una maglia bianca, su invito di Guerino Nisticò dell’associazione Basta vittime sulla ss 106.
A celebrare i funerali è stato il vescovo, Mons. Vincenzo Bertolone, che con la sua omelia ha voluto far riflettere sul senso vero della vita, di quanto possa sembrare piena e in un attimo invece essere nulla. Al riguardo Bertolone ha rivolto un pensiero per Amatrice e le altre zone colpite dal terremoto in centro Italia, e per il terrore che stanno vivendo le popolazioni di quei territori. Il vescovo ha anche letto una lettera scritta da un giornalista, dettata da una ragazza morente sul ciglio della strada a causa di un incidente provocato da un ragazzo che aveva bevuto troppo. Monsignor Bertolone ha spiegato di aver ricevuto questa lettera il giorno di ferragosto e di volerla riportare per far riflettere su come ci possa scappare la vita di mano.
Monsignor Bertolone ha specificato che pur non sapendo come siano andati i fatti quella lettera è piena di insegnamenti perché tutti conduciamo scatole di metallo e di plastica sempre più potenti, capaci di portarci in poco tempo dove desideriamo e superare distanze notevoli a una velocità sempre maggiore. Basta una svista, una distrazione, un momento di stanchezza e la nostra esistenza viene messa in pericolo o annientata.
“Mi permetto di fare una riflessione da credente, prima ancora che da prete e Vescovo, nel frastuono delle mille verità che fanno clamore e durano un giorno: in momenti come quello che stiamo vivendo scopriamo le nostre fragilità e sentiamo un bisogno insopprimibile di dare senso alla vita e alla morte, così si sperimenta l’angoscia e la paura, e l’unica ancora di salvezza è Dio”, ha concluso Bertolone. Che ha anche lanciato un appello a tutte le istituzioni ricordando che “da quando è arrivato in Calabria sente sempre che bisogna far qualcosa per la 106 ma assiste a una quantità di morti su questa strada, soprattutto giovani”.
Presente alla funzione anche l’associazione “Basta Vittime sulla SS 106” con in testa il suo presidente Fabio Pugliese che alla fine della funzione ha rammentato che da gennaio sono morte venti persone e che Badolato non è nuova a queste tragedie, essendo questa la quarta-quinta volta che accade, in maniera sempre più dolorosa. Nel ricordare i tre giovani che hanno perso la vita ha ricordato anche Danilo Lentini e il grande Franco Nisticò, “colui che ha insegnato tutti noi a combattere e che è stato un esempio di vita”. Non sono mancate le lettere degli amici e le riflessioni, una in particolare è stata quella di Giuseppe Bressi (fratello di Francesca Bressi, coinvolta nello stesso incidente e ancora in coma) che ha invocato l’aiuto di Pasquale (uno dei ragazzi deceduti nel sinistro) per riportare sua sorella alla luce.
Immancabile la presenza della Banda U. Pacicca di Soverato che ha accompagnato le salme dalla camera ardente fino allo stadio con marce funebri, anche loro indossando la camicia bianca per ricordare la giovinezza dei tre ragazzi. Instancabile ma sempre presente la CRI di Badolato che ha prontamente rianimato un ragazzo della banda, colpito da un leggero malore. Presenti tutte le istituzioni, il presidente della Regione Mario Oliverio, l’Unione dei comuni rappresentata dal presidente Nicola Ramogida, sindaco di S. Andrea, insieme ai sindaci di tutto il comprensorio; presente tutta l’amministrazione comunale di Soverato. Una funzione straziante ma che ha fatto riflettere su quanto, molte volte, ci si possa perdere per delle piccolezze e la vita scorre via in un soffio. La funzione si è conclusa con il lancio dei palloncini bianchi e un grosso applauso.
Victoria Asturi (testo e foto)