Giustizia minorile, l’Osservatorio FBS: “Minori nell’oblio laddove la proposta di riforma divenisse legge”

0
1405
Giulia Anna Pucci
Giulia Anna Pucci

L’Avv. Giulia Anna Pucci, in qualità di coordinatrice dell’Osservatorio Falcone Borsellino Scopelliti e responsabile del progetto Legalità nelle Scuole, evidenzia il rischio di conseguenze potenzialmente devastanti per la tutela dei minori e per l’efficacia della Giustizia in generale, derivanti dall’attuale proposta di riforma governativa sull’assetto della Giustizia Minorile, già approvata in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati.

La proposta di riforma prevede la soppressione delle Procure e dei Tribunali per i minorenni, con l’introduzione di Sezioni Specializzate per persona, famiglia e minori presso i Tribunali Ordinari e di gruppi specializzati presso le Procure Ordinarie. Tale proposta di riforma è stata introdotta con il cd. ‘emendamento Ferranti’, in relazione al disegno di legge C. 2953 Governo, emendamento approvato durante la seduta del 27.01.16 della predetta Commissione Giustizia; è necessario segnalare sin d’ora l’opportunità di uno stralcio della proposta di riforma dal suddetto Disegno di Legge, in modo da garantire una doverosa, condivisa e più approfondita valutazione della delicatissima questione che investe una delle massime priorità costituzionali, rappresentata dai diritti dei minori, così come lo stesso Governo Italiano si è già impegnato a rispettare solennemente, sottoscrivendo in data 10.05.2002, al termine della Sesta Seduta Plenaria della Sezione Speciale delle Nazioni Unite sui minori, una convenzione in cui si impegna a ‘non risparmiare alcuno sforzo per attribuire la massima priorità ai diritti del minore’.

Si palesa pertanto di immediata percezione la paradossale contraddittorietà insita nella proposta governativa di Riforma della Giustizia Minorile, sopra citata, che attraverso la previsione dell’accorpamento delle competenze sulle materie minorili in via esclusiva alle sezioni distrettuali dei Tribunali Ordinari, senza prevedere specularmente autonomia ed esclusività per i gruppi di lavoro che verranno istituiti presso le Procure Ordinarie, elemento ulteriore di criticità della riforma poiché mostra di non tenere affatto in conto la centralità della qualità delle funzioni proprie della Procura Minorile; tutto ciò snatura e stravolge completamente il senso profondo di una Giustizia Minorile che nel corso degli anni si è qualificata sempre di più nella difesa e nell’affermazione della centralità delle problematiche dei minori, mediante l’ausilio e l’apporto di diversi saperi e specializzazioni ulteriori rispetto a quello prettamente giuridico, fondamentali per la valutazione del minore, che inevitabilmente si disperderebbero nel mare magnum della Giustizia Ordinaria, con consequenziale gravissimo nocumento degli interessi del minore.

In buona sostanza per ripianare le oggettive carenze di risorse degli uffici giudiziari ordinari si sacrificherebbero le necessità di tutela e protezione dei minori che rimangono invischiati nel circuito della giustizia minorile, penale o civile che sia. La ratio posta a base della proposta governativa è la razionalizzazione della spesa pubblica; anche sotto questo profilo non può non farsi rilevare che in realtà tale finalità finirebbe con l’essere clamorosamente disattesa a causa delle facilmente intuibili disastrose conseguenze in termini socio-economici, che scaturirebbero da tale cervellotico accorpamento, il quale andrebbe ineluttabilmente a sovraccaricare – ove ce ne fosse ancora bisogno – l’ingente e già critico carico di lavoro della giustizia ordinaria, inflazionandolo ancor di più, svilendo al contempo le irrinunciabili specificità della giustizia minorile, tutta tesa alla riparazione e alla prevenzione della devianza minorile, attraverso un faticoso cammino di rieducazione.

D’altra parte, la suddetta proposta di riforma risulterebbe, altresì, schizofrenicamente distonante rispetto alle linee guida esplicitate nella Direttiva Europea sulle garanzie procedurali per i minori penalmente indagati o imputati, approvata a Strasburgo a larga maggioranza in Plenaria, di cui è stata relatrice l’eurodeputata Caterina Chinnici, componente della Commissione LIBE, atto giuridico con cui nasce il ‘giusto processo penale minorile europeo’, segnando una svolta davvero storica nella legislazione dell’UE, resa possibile proprio grazie al fondamentale apporto giuridico del modello processuale minorile italiano, confluito nell’humus più profondo della Direttiva Europea citata, che la proposta governativa di riforma finirebbe irrimediabilmente per obliterare, determinando il dissolvimento delle specificità della Giustizia Minorile Italiana, accumulate faticosamente in un percorso pluridecennale, e che rappresentano una vera e propria ‘eccellenza’ a livello europeo se non mondiale, da cui gli altri Paesi mutuano l’impalcatura per i propri sistemi giuridici minorili.

Riprova di tutto ciò è il Distretto di Catanzaro, di cui la sottoscritta si onora di far parte, che costituisce una preziosa realtà di avanguardia nel panorama della Giustizia Minorile nazionale, poiché si è impegnata e si impegna costantemente nell’applicazione di tutti i principi innovatori, altamente specialistici, in tema di processo minorile, dal taglio spiccatamente sperimentale e senz’altro tesi alla prevenzione , al recupero , alla risocializzazione dei minori in un territorio ‘sensibile’ come quello calabrese, permeato dalla ‘ndrangheta. Gli Uffici minorili catanzaresi si distinguono infatti – oltre che per la qualità e quantità dei casi trattati – per la lungimiranza di talune importantissime iniziative processuali come quella voluta dall’attuale Procuratore Minorile di Catanzaro, dr. Beniamino Calabrese, condivisa ampiamente dagli uffici giudiziari minorili del Distretto, della messa alla prova anche per reati gravissimi come l’omicidio, della mediazione penale, nonché proficue esperienze di alto valore educativo e culturale, come quella ideata e curata in prima persona dall’attuale Presidente del Tribunale dei Minori di Catanzaro, dr. Luciano Trovato, rappresentata dal Progetto “CIAK SI GIRA: un processo simulato per evitarne uno vero”, realizzato di intesa con la Direzione Scolastica Regionale, che coinvolge centinaia di studenti calabresi e relativi corpo docente, sotto la guida di magistrati minorili anche onorari del distretto, facendoli cimentare nella simulazione di realtà processuali che investono delicate tematiche di stringente attualità.

Anche la Polizia Giudiziaria presso la Procura Minorile di Catanzaro si contraddistingue per costante e scrupolosa specializzazione che la materia richiede tanto da essere interpellati in via preventiva dai colleghi operanti sul territorio che abbiano ad imbattersi in problematiche penali e civili riguardanti il minore nel corso del proprio servizio. E’ facilmente intuibile che tale bagaglio culturale-giuridico-tecnico, frutto di esperienze e studi multidisciplinari maturati negli anni, andrebbe rovinosamente perduto laddove la proposta di riforma divenisse legge dello Stato.

L’Osservatorio FBS, pertanto, come realtà di monitoraggio costante sul territorio italo-meridionale, è investito dal dovere di segnalare le criticità, le incongruenze e il pericolo di una siffatta riforma, la quale metterebbe certamente a rischio la tempestività dell’azione giudiziaria nel settore minorile, nonché indebolirebbe con un effetto perverso l’intera magistratura. L’Osservatorio FBS, avente finalità divulgativa-formativa, nel percorso di conoscenza del fenomeno criminale da parte dei ragazzi, aderisce altresì ad un programma di rieducazione e di risocializzazione dei minori, in quanto prevede in relazione alle proprie attività ed iniziative il coinvolgimento e la partecipazione di minori sottoposti a messa alla prova nonché affidati ai servizi sociali, d’intesa con gli stessi e su autorizzazione dell’autorità giudiziaria minorile competente.

E’ del tutto evidente pertanto che una scellerata riforma come quella proposta dal Governo, produrrebbe il nocivo effetto collaterale di incrementare sensibilmente le condizioni di degrado socio-esistenziale-culturale dei minori interessati da devianza, che costituirebbero terreno prodromico idoneo alla consegna definitiva di tali ragazzi alla ‘ndrangheta e a tutte le altre mafie che dilaniano il nostro Paese.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.