C’è tanto pregiudizio e poco amore per la nostra comunità nella strana e non autorizzata protesta inscenata, ieri, da uno sparuto gruppo di persone, nel corso del Consiglio Comunale tenutosi e convocato per discutere misure atte ad aiutare le fasce deboli e i cittadini più in difficoltà. Abbiamo visto bandiere di CasaPound, striscioni contro il Centro Accoglienza, confusione e voglia di creare scompiglio. Ma ciò che abbiamo visto è stata sopratutto una brutta pagina per la politica girifalcese.
I tentativi del presidente del Consiglio Comunale di gestire la situazione, l’intervento dei Carabinieri a cui va il nostro ringraziamento e gli sforzi dell’agente di Polizia municipale non sono bastati a fermare l’assurda strategia politica messa in atto, ormai da mesi, da qualche consigliere di minoranza che fomentava il gruppo – accompagnato da solo tre o quattro cittadini girifalcesi – assecondandone il desiderio di parlare pur essendo in corso una regolare seduta di Consiglio comunale.
A nostra memoria la politica girifalcese non era mai scesa così in basso. Ma è evidente che tutto questo ha una regia ben precisa. Non a caso l’ingresso del gruppo è coinciso con la “fine prima parte” del Consiglio quella che, di solito, la minoranza si ritaglia per fare il punto sulla situazione offrendo alla folta platea un’ampia illustrazione della propria azione “costruttiva (?)”. È inutile crearsi ad hoc il ruolo di “buoni a tutti i costi” quando non si perde occasione per studiare trovate pensate al solo scopo di denigrare l’amministrazione mettendo, come in questo caso, in ridicolo l’intero paese.
Quanto accaduto ieri è la negazione più assoluta di ciò che è Girifalco: la culla dell’accoglienza e dell’integrazione. Noi non molliamo. Anzi. Siamo motivati più di prima. Perché convinti che la nostra comunità meriti crescita e sviluppo, soprattutto, culturale. Cosa che, evidentemente, non sta a cuore a chi vuole far sprofondare il nostro paese nel baratro del razzismo e dell’odio sociale.
Il sindaco e la maggioranza