Esclusivo/I nomi e la storia dei massoni a Soverato. “Hanno espresso cinque sindaci”.

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Foto tratta da commons.wikimedia.org

di Franco Cervadoro

La storia della massoneria a Soverato comincia nel primo dopoguerra, mentre nel periodo precedente le tracce dell’attività muratoria sono poche e individuali. Tra queste ultime certamente possono ascriversi le iniziative di Giovan Battista Martelli, che nonostante la dittatura fascista continuò ad avere rapporti con i fratelli massoni. Un primissimo incipit della massoneria soveratese, questo, testimoniato da Davide Peronace, titolare di un’avviata falegnameria, detto Il Boss, socialista e antifascista arrestato durante il Ventennio, che nelle sue memorie scrive che fu proprio G. Battista Martelli a informarlo dell’arrivo imminente degli americani in Italia “perché lo aveva saputo dai massoni americani con cui era in contatto”.

I rapporti americani con i massoni italiani erano tenuti dal famoso massone americano Frank Gigliotti, che per questa sua attività fu nominato a guerra finita Gran Maestro Onorario della massoneria Italiana di Palazzo Giustiniani. Gigliotti, già vicepresidente e poi presidente mondiale delle Chiese evangeliche, era agente dell’Oss, il Servizio segreto delle Forze Armate americane durante la guerra che poi si trasformò nella Cia, aveva l’appoggio di Cristian Herter, segretario di Stato, 33°del rito scozzese, della loggia Monte Tabor di Boston e dell’ambasciatore Usa a Roma, fratello James Zellerbach da cui dipendeva l’Oss. Gigliotti aveva il compito di prendere contatti con sicuri massoni Italiani antifascisti e attraverso loro indicazioni far nominare le Autorità provvisorie civili del periodo di occupazione militare americana, i cosiddetti “commissari straordinari all’approvvigionamento”. Così avvenne a Soverato, dove su indicazione di GBattista Martelli fu nominato commissario straordinario proprio Peronace. E così avvenne a Maida dove fu nominato mio nonno, il farmacista Gregorio Cervadoro.                   

Il 1946 e il triangolo massonico “PoliportoLa prima formazione ufficiale massonica nasce a Soverato nel 1946 a opera di Francesco Samà, ragioniere che lavorava nella locale filiale del Banco di Napoli, iniziato a Catanzaro all’Obbedienza di Piazza del Gesù dal commendatore Gino Pelaggi (33° del Rito Scozzese). Samà contattò e ottenne l’adesione alla massoneria del commendatore Filippo Caminiti, ex podestà e futuro senatore, e del commendatore Giuseppe Calabretta, commerciante del luogo. Insieme a loro, Samà costituì a Soverato la prima cellula ufficiale della massoneria: un triangolo all’obbedienza di Piazza del Gesù denominato Poliporto con sede nello studio di Calabretta. Don Ciccio Samà restò nella massoneria per tutta la sua lunga vita, raggiungendo i più alti gradi del Rito scozzese e conservando sempre lucidi i suoi ricordi sul periodo passato a Soverato.

Il periodo 1947-1955: la loggia “Poliporto”. Partendo proprio da questo nucleo iniziale, nel 1947 venne fondata la loggia Poliporto all’obbedienza della “Serenissima Gran Loggia Nazionale d’Italia”, emanazione della Massoneria di Piazza del Gesù, con Gran Maestro Romano BattagliaI primi Maestri venerabili furono Filippo Caminiti e Saffo Caminiti, segretario Luigino Sangiuliano e oratore G. Battista MartelliTra gli iscritti figurava l’insegnante Domenico Tropea, a cui debbo la documentazione di questa officina. La loggia rimase in vita fino al 1955.

Dal 1960 al 1966: la Loggia “Francesco De Luca” – GOI. Su iniziativa di Saffo Caminiti, veterinario, nel 1960 nel salone della sua casa di campagna in località Papaianni, con Luigino Sangiuliano (insegnante), Pino Lombardi (insegnante), Guido Corapi (farmacista), Pietro Mancini (veterinario), Ugo Tomaselli (appaltatore) e altri “furono innalzate le colonne della “Rispettabile Loggia Francesco De Luca” all’obbedienza del Grande Oriente D’Italia, Palazzo Giustiniani. Primo Maestro venerabile fu Stefano Neri, segretario Domenico Curcio, oratore Franco Pelaggi. Per i gravi dissidi interni creatisi a seguito dell’ordinanza di demolizione emessa dal sindaco di allora, Antonino Calabretta, in merito alla sopraelevazione della “villetta Zanini” dal nome dell’architetto che la costruì, la loggia fu a sua volta proprio “demolita” dal GOI nel 1966.

Dal 1979  Loggia “G.B. Martelli” – GOI. Nel 1979 nello studio del dottor Gaetano Simonetta, Franco Barillaro (medico), Enzo Martelli (medico), Pino Lombardi (insegnante), Luigino Sangiuliano (insegnante), Franco Silipo (ingegnere), Serafino Gallo, bancario e altri costituirono la loggia intitolata a “GBattista Martelli “a ricordo imperitura dell’Ill.mo fratello che fu sempre faro dell’Idea, coagulatore degli animi e cardine primo della catena d’UnioneNacque così la “Rispettabile Loggia Gb Martelli” all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia, che ebbe come primo Maestro Venerabile Gaetano Simonetta e secondo Maestro Venerabile Enzo Martelli.

La Loggia Martelli è tuttora attiva e operante, dal 1991 al 2002 ha organizzato 12 convegni della massoneria calabrese su temi di attualità aperti al pubblico, che hanno contribuito a far conoscere nel mondo profano i principi e le finalità dell’istituzione. Per questa sua attività è stata insignita della medaglia GOI alla cultura e della medaglia GOI alla fratellanza. Per onestà intellettuale debbo aggiungere che, leggendo oggi a ritroso i nomi degli iscritti alla massoneria soveratana vi ho sempre trovato persone di indiscussa stima sociale e che, nonostante abbia espresso almeno cinque sindaci, in nessuna occasione questa associazione ha mostrato sentimenti irreligiosi o irrispettosi del carattere “salesiano” della città. Anzi. (riproduzione riservata).

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