Drosi: “A Soverato sconfitta innegabile. Ma censurabile chi ha sostenuto liste alternative al Pd”

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Michele Drosi
Michele Drosi

Pasqualino Mancuso è un dirigente del Partito democratico attento, scrupoloso e anche politicamente strutturato. Ecco perché hanno suscitato un certo stupore alcune sue dichiarazioni relative ai risultati delle ultime elezioni amministrative, che risentono di un certo strumentalismo e presentano una serie di inesattezze.
E’ bene precisare che il gruppo dirigente provinciale del PD, a incominciare dal segretario Enzo Bruno che ha ereditato una situazione largamente nota, caratterizzata dalle macerie prodotte dalla lunga stagione dei commissariamenti, si è messo di buona lana a lavorare per ricostituire un tessuto organizzativo sul territorio e per rilanciare una forte iniziativa politica. Con questo spirito ha affrontato le diverse scadenze elettorali, dalle europee a quelle nazionali e regionali, da quelle di secondo grado per le provinciali alle varie tornate per il rinnovo delle amministrazioni comunali. Si è trattato, come tutti sanno, di prove brillantemente superate con risultati tra i migliori conseguiti nella regione, che non hanno bisogno di ulteriori commenti.

E anche le ultime elezioni che si sono svolte nei vari comuni hanno registrato l’impegno e l’iniziativa del Pd provinciale per assicurare un percorso limpido, lineare e trasparente improntato alle regole che devono e dovrebbero caratterizzare sempre una comunità politica, in una condizione non sempre facile, dovuta alla crisi evidente della politica e dei partiti che si avverte sul piano nazionale con le conseguenze ben note della crescita dell’astensionismo e di quelle forze che hanno il loro unico credo nel populismo e nella protesta permanente. Ed anche in questa circostanza, nella stragrande parte dei comuni, medi e piccoli, gli esiti sono stati positivi, poiché nelle tante liste civiche –ma nei comuni fino a 5000 abitanti non si è sempre fatto così? – alla luce del sole e senza “nascondere o camuffare” alcunché, erano presenti segretari e dirigenti di circoli e amministratori uscenti, che sono diventati sindaci grazie al lavoro svolto nel corso degli anni sui loro territori.

In quanto, poi, agli “errori pacchiani” consumati, a dire di Mancuso, a Girifalco, Davoli e Soverato, è opportuno sottolineare come a Davoli ha vinto la lista dove il candidato a sindaco era il segretario di circolo, a Girifalco ha vinto la lista che il PD aveva scelto formalmente e politicamente di sostenere, candidando dirigenti del locale circolo e un candidato a sindaco vicino al partito. A Soverato, invece, si è registrata una sconfitta che nessuno può negare e che ha già visto il gruppo dirigente di quella città impegnato ad avviare un confronto per comprendere le cause del risultato negativo, in una realtà difficile contrassegnata da ben due commissariamenti consecutivi alla guida del Comune. In ogni caso, anche a Soverato, la linea scelta è stata condivisa dalla stragrande parte degli iscritti e militanti seguendo un percorso improntato a regole e fatto di incontri, iniziative, assemblee che hanno visto sempre una larga partecipazione. Ciò che, invece, stupisce – ed è davvero strano che Mancuso non lo rilevi – è che autorevoli rappresentanti istituzionali, in presenza di liste contrassegnate dal simbolo del Pd, hanno ritenuto di sostenere platealmente liste alternative a quelle del partito, dando vita in tal modo a comportamenti censurabili e che sicuramente contribuiscono a creare confusione e disaffezione.

Anche a Lamezia Terme il risultato è stato negativo. Ma è assolutamente in mala fede chi, parlando di Lamezia, non riconosce la situazione di estrema difficoltà e di forte lacerazione presente in quella città, con un conflitto permanente ed evidente, tra il sindaco uscente e il gruppo dirigente del Pd, con ingressi e fuoriuscite continue dall’esecutivo, che hanno determinato un forte logoramento e una mancanza di credibilità rispetto all’opinione pubblica. Altro che “inadeguatezza organizzativa e debolezza plastica dell’impianto politico…”. Sono chiacchiere inconcludenti! Il Pd provinciale le ha tentate tutte: incontri, riunioni, proposte, la nomina di un commissario che, in poco tempo e nel totale caos, ha cercato di districarsi mettendo in campo una sintesi possibile. Certamente adesso si tratta di ripartire, facendo tesoro degli errori e delle sconfitte, per ricostruire una condizione organizzativa e politica che, diciamo la verità, dipende innanzitutto dagli iscritti e dai militanti della terza città della Calabria. Pena l’incapacità e l’irresponsabilità.

In questo contesto si è mosso il gruppo dirigente provinciale, che non ha l’esclusivo compito di commentare e che con una assunzione di responsabilità, nella segreteria e in una apposita conferenza stampa, ha compiuto analisi e valutazioni sui risultati elettorali, non avendolo potuto fare in altre sedi (assemblea e direzione) perché qualcuno, che si è messo pervicacemente di traverso, ha costantemente impedito di poter procedere alla convocazione e alla nomina di questi fondamentali organismi. Lo ha fatto interloquendo costantemente e positivamente con il presidente della Regione, Mario Oliverio, del quale sta sostenendo lo sforzo quotidiano nell’impresa ardua di cambiamento portato avanti, e con il segretario regionale, Ernesto Magorno che, proprio in questi giorni, ha insediato la commissione di garanzia per il congresso.
L’auspicio è che, nell’imminenza di un’importante scadenza per la vita del partito, possa prevalere la responsabilità e la consapevolezza di dover lavorare insieme, sgombrando il campo dai tatticismi esasperati e dalle polemiche pretestuose, per affrontare al meglio i gravosi compiti e le impegnative scadenze che ci attendono.

Michele Drosi, vice-segretario provinciale Pd

2 COMMENTS

  1. E ti credo che a Soverato erano quasi tutti d’accordo! Fin quando le iscrizioni al PD saranno gestite come è stato finora, ci sarà sempre un uomo solo al comando (Renzi docet…)

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