L’utopia della normalità e la negazione della normalità. La prima a Riace, la seconda a Girifalco. Mentre l’Italia, e siamo sicuri a breve anche l’Europa, s’inchina al cospetto del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, inserito nella classifica dei “potenti”, insieme a Bergoglio, Merkel, Bono degli U2, per aver trasformato l’emergenza sbarchi in una risorsa per rivitalizzare il paese dei Bronzi, Girifalco – il paese che, da sempre, accoglie persone “speciali” – fa i conti con un fenomeno strano, anomalo. Sicuramente poco in linea con quanto accade nel piccolo paesino della Locride che, nel giro di poche ore, è rimbalzato agli onori della cronaca nazionale.
La raccolta firme contro il Centro d’accoglienza a Girifalco, a cura di un comitato dietro cui si celano gruppi politici la cui azione è mossa da beghe e rancori post elettorali, è un fenomeno su cui riflettere. Per carità sacrosanta e legittima è la libertà di espressione ma ciò che colpisce è la distanza culturale e sociale che, in questi giorni, leggendo i giornali o spulciando in rete è stato facile cogliere tra la lungimiranza e l’ingegno di un piccolo paese cresciuto notevolmente in pochi anni ed un grande paese che, nonostante negli anni abbia fatto dell’accoglienza e dell’integrazione il suo vanto, oggi si trova ad essere fomentato e confuso da uno sparuto gruppo di soggetti che, con molta probabilità, poco sa del progetto Sprar in tutta la sua interezza.
Negare agli “ultimi” di vedere riconosciute le loro istanze va contro la cultura che ha sempre contraddistinto la nostra comunità. Girifalco ed il suo Manicomio hanno fatto la storia in materia di accoglienza ed integrazione. Ora che il Comune si apre ad una nuova prospettiva di crescita e sviluppo sociale – oltre che culturale – si torna indietro. Si regredisce. Si confonde la cittadinanza e si tenta di cancellare, con un colpo di spugna, il sentimento che, con orgoglio, i girifalcesi hanno saputo coltivare verso quelle persone “speciali” che, da decenni ormai, fanno parte della vita di ciascuno di noi. Il mio invito è, dunque, di leggere la storia di Mimmo Lucano. Di scoprire quell’utopia della normalità che da Riace farà presto il giro del mondo. Ci auguriamo senza bypassare Girifalco, il paese dell’accoglienza e dell’integrazione. E riprendendo le parole di Nina Palmieri nel servizio delle Iene, andato in onda proprio giovedì sera, ricordiamo a noi stessi e a tutta la cittadinanza che chi cresce, come i bambini di Riace, in un mondo in cui la diversità è la sua normalità sarà una persona più ricca e libera da pregiudizi.
Il sindaco di Girifalco
Ing. Pietrantonio Cristofaro