Catanzaro, premio Ceravolo ad Ancelotti. “Onorato di essere qui, il ricordo dei miei esordi in serie A”.

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ceravoloIeri sera a Catanzaro è stato consegnato il Premio “Nicola Ceravolo” 2016. La cerimonia si è svolta al Teatro Politeama ed è stata condotta da Sabrina Gandolfi e coordinata dalla grande firma Italo Cucci. Il premio sportivo, ideato dal giornalista Maurizio Insardà, divenuto uno degli eventi sportivi più importanti della regione,  è giunto alla settima edizione. E dopo Claudio Ranieri, Marcello Lippi, Fabio Capello, Antonio Conte, Cesare Prandelli e Javier Zanetti, ieri è stato assegnato ad un uomo dal grande spessore umano e sportivo: Carlo Ancelotti. Carlo ha, infatti, vinto da calciatore il titolo nazionale italiano con Roma e Milan e la Champions League con il Milan. Da allenatore ha vinto il titolo nazionale in Italia Inghilterra, Francia e Spagna con Milan, Chelsea, Paris Saint Germain e Real Madrid e tre Champions League, due con il Milan ed una con il Real Madrid. Nella prossima stagione sostituirà Pep Guardiola sulla panchina del Bayern Monaco in Germania.

Ancelotti ha fatto il suo ingresso nel teatro alle 17:55. Ad attenderlo sul palco Insardà, Cucci e la Gandolfi, in platea Mariella Ceravolo, figlia del “presidentissimo”, e numerose autorità, fra cui il sindaco della città di Catanzaro Sergio Abramo, il fratello Paolo, presidente della Camera di Commercio e Antonio Cosentino, presidente Lega Nazionale Dilettanti. Una cerimonia durata un’ora e mezza nella quale “Carletto” si è raccontato dai suoi esordi di calciatore fino a oggi, sapientemente stimolato dai tre giornalisti. Ha esordito definendosi “onorato che il suo nome sia accostato a quello del presidente Ceravolo e felice di essere a Catanzaro perché ciò gli ha permesso di fare un tuffo nel passato, ai tempi dei suoi esordi in Serie A, ricordando in particolare la partita Catanzaro-Roma del 13 Dicembre 1981 sospesa per vento”.
Tra i calciatori del Grande Catanzaro ha citato in particolare Massimo Palanca e Vito Chimenti. Una menzione ha voluto dedicarla al “barone” Nils Liedholm, suo grande maestro, che gli ha insegnato a vedere l’uomo prima che il calciatore, l’importanza della coesione di tutto il gruppo, calciatori, staff e dirigenti, e che ci sono cose più importanti in una partita del risultato. Ha poi proseguito raccontando la sua esperienza da allenatore, spiegando i timori avuti nel momento in cui ha deciso di provare una nuova esperienza lontano dall’Italia, a causa soprattutto della non conoscenza della lingua, in quanto, secondo lui, la comunicazione tra l’allenatore e la squadra è fondamentale, specie nel calcio moderno in cui si gioca spesso, c’è poco tempo per allenarsi e, quindi, si deve comunicare molto. Ha lodato il lavoro dei tecnici italiani all’estero che hanno vinto in Cina, in Spagna, in Inghilterra, in Russia ed in particolare si è detto felice per Claudio Ranieri che sta per realizzare una grande impresa con una squadra che lo scorso anno stava per retrocedere.
Ha spiegato quanto sia difficile fare l’allenatore in Italia per l’eccessiva pressione che si subisce e quanto sia invece gratificante in Inghilterra dove, anche quando si retrocede, si fa il giro del campo e si raccolgono gli applausi del proprio pubblico. Ha sostenuto che i calciatori più difficili da gestire sono quelli meno bravi, mentre i fuoriclasse sono solitamente i professionisti più seri.  A fine cerimonia ha ritirato il Premio Ceravolo 2016 consegnatogli da Mariella Ceravolo che lo ha ringraziato per i sacrifici fatti pur di essere presente, si è detta commossa nel vedere la stima di cui ancora gode il suo papà dopo moltissimi anni dalla sua scomparsa, e ha invitato gli attuali dirigenti giallorossi, “tirandoli per le orecchie” per la loro assenza, a fare tesoro delle parole di Ancelotti.
Saverio Fontana

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