Una grande mobilitazione dei lavoratori pubblici di tutta la Calabria i primi di maggio e, probabilmente, lo sciopero generale di tutti i dipendenti del pubblico impiego calabrese, e si tratterà della prima volta in regione. E’ quanto è stato annunciato dai tre sindacati dei lavoratori del pubblico in Calabria, Funzione pubblica Cgil, Cisl e Uil, di fronte a una situazione, per i dipendenti pubblici di ogni settore, ormai ingestibile. Troppe vertenze, come tante ferite aperte nel pubblico, a pagarne le spese i lavoratori ma anche la qualità dei servizi e quindi gli utenti stessi, ovvero tutti i cittadini calabresi. I numeri, intanto, che parlano da soli, con, negli ultimi anni, in Italia, almeno duecentomila lavoratori in meno nel settore pubblico, e in Calabria una cifra che si attesta intorno ai quindici mila, seppure un dato non certificato perché le stesse amministrazioni pubbliche non lo rendono preciso in un deficit di programmazione e quindi, anche, di trasparenza.
Tanti, troppi i settori piegati, a partire dalla sanità, principale vulnus calabrese, “con lavoratori – ha sottolineato il segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno – non pagati da troppi mesi, nel pubblico così, come nel privato, con i dipendenti delle Province in mobilità, anch’essi non ricevono lo stipendio da diversi mesi, e con un futuro incerto, sempre più numerose le vertenze in corso, con una precarizzazione e una esternalizzazione del pubblico di anno in anno più massiccia, è per questo che, unitariamente, insieme a Funzione pubblica Cisl e Uil, gridiamo “ora basta”. A tutto ciò si inizierà a rispondere, ha aggiunto, con “una grande giornata di mobilitazione , organizzata unitariamente dai sindacati dei lavoratori pubblici calabresi, per difendere i servizi che la pubblica amministrazione eroga e i diritti dei lavoratori vilipesi dal mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro e soprattutto da risposte inadeguate e inesistenti che non arrivano dalla politica”.
Anche da Funzione pubblica Cisl e Uil è stato rimarcato come in Calabria lo stato attuale sia questo: la sanità il cui commissariamento non ha portato a nessuno dei risultati sperati, la chiusura di tribunali, le corti d’appello che hanno perso il 40 per cento del personale, non solo magistrati ma anche amministrativi e personale di cancelleria, ancora, la chiusura di ben undici uffici dell’agenzia dell’entrate, di undici uffici di giudici di pace, la paventata chiusura delle Camere di commercio, la gravissima vertenza delle province calabresi e dei loro dipendenti. “Già nei prossimi giorni – ha detto ancora il segretario del pubblico impiego calabrese della Cgil Alfredo Iorno – partiranno le assemblee in tanti posti di lavoro e partirà l’interlocuzione col prefetto in vista della mobilitazione dei primi di maggio e del probabile sciopero generale”. La Calabria, ha aggiunto Iorno, sta vivendo una vera e propria espropriazione istituzionale “a causa di tutti i commissariamenti, in passato quello dell’ambiente, oggi quello della sanità. Riguardo a Scura e Urbani, pur in presenza di accordi con le organizzazioni sindacali autonome, questi non hanno sortito gli effetti sperati e promessi rispetto alle stabilizzazioni e ai concorsi. Ora, ancora più di prima possiamo dire: avevamo ragione noi. Ma ciò non basta e non ci consola, poiché abbiamo l’obiettivo, anche attraverso il rispetto dell’orario di lavoro di incrementare l’occupazione nella sanità”.
Avviare immediatamente un confronto con la Regione Calabria ancora, riguardo agli assetti istituzionali, è quanto hanno chiesto a gran voce, tra le altre cose, Antonio Bevacqua e Elio Bartoletti, segretari regionali di Cisl Fp e Fp Uil, così come Enzo Cantafio, presidente regionale Uilpa, “per una proposta organica di ridisegno delle funzioni pubbliche e istituzionali sul territorio. La legge Madia – hanno sottolineato – ridurrà la presenza dello Stato e del sistema degli enti territoriali, mettendo a rischio uffici di Prefetture, Camere di commercio, Inps, Inail, ministero del Lavoro, società partecipate, Corpo forestale dello Stato, Vigili del fuoco, con conseguenti riduzioni di servizi a cittadini e imprese”.
Comunicato stampa Fp Cgil, Cisl e Uil