Armonied’Arte: largo ai giovani con Le Supplici e Insignifidanza

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“Le Supplici” con Edoardo Siravo e la Compagnia Stabile Amato e “Insignifidanza” con Vanessa Gravina e Giovanni Carta (soggetto di Maria Luigia Giuffè), saranno le due nuove produzioni della sezione Creatività Contemporanea “Young & Others” che si succederanno, domani 5 e sabato 8 agosto, all’interno del parco di Scolacium di Roccelletta di Borgia nell’ambito della rassegna “ArmonieD’Arte Festival” di Chiara Giordano.
Due nuovi eventi che mettono in risalto la genialità di giovani artisti che vogliono farsi spazio nel difficile mondo della produzione artistica. A svelare i perché di tale esigenza e l’opportunità che la Fondazione ArmonieD’Arte Festival ha inteso offrire loro, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte anche i giovani Rosario Amato; Filippo Stabile e Maria Luigia Gioffrè, sono stati il direttore artistico della kermesse, Chiara Giordano; l’attore Edoardo Siravo; lo scenografo Sebastiano Romano e il giornalista Rai, Francesco Brancatella.
riunionearmonie“Il messaggio della presenza di giovani artisti ad Armonie è forte – ha affermato la Giordano – sostenere le loro idee e le loro produzioni inserendoli in cartelloni dove all’interno ci sono figure artistiche importanti, è per noi di grande importanza. Sono loro il nostro futuro ed è bene dare loro fiducia e visibilità”. Della stessa idea sono stati Siravo e Romano che hanno parlato del coraggio di un festival rinomato e riconosciuto in tutta Italia, che resiste alla morte della cultura e “si permette, in un momento difficilissimo, di aprirsi ai giovani e sostenere la possibilità per la Calabria, di farsi spazio, uscendo dai contesti territoriali, anche in questo campo”.
“Qui si sta facendo una resistenza culturale”, affermando altresì che “In Calabria si pensa bene e si producono buone cose”. Di amalgama con le future generazioni nell’obiettivo alto di dare continuità all’arte, ha parlato anche lo “zio di famiglia” del festival, Francesco Brancatella. “Noi contemporanei camminiamo tutti da nani su spalle di giganti. Siamo noi l’eredità di chi ci ha preceduti”. Poi la parola ai giovani protagonisti delle ultime due produzioni originali. Rosario Amato, regista di “Insignifidanza” e co-regista assieme a Siravo di “Le Supplici”, e al suo “primo esperimento mediterraneo, ha rivelato il perché di quel corpo che diventa il filo rosso che unisce tutte e tre le opere della sezione contemporanea del Festival. “Un filo drammaturgico che in Le Supplici diventa sofferenza della guerra, e in Insignifidanza la risoluzione dell’incomunicabilità. “La stessa parola, è la causa di conflitti – ha spiegato – Il conflitto della parola che svanisce riconoscendo la sua sconfitta, e lascia spazio al corpo e alla sua gestualità.
“Un corpo che nel dramma de Le Supplici diviene scultura” ha aggiunto Filippo Stabile, “e in ‘Insignifidanza’ bene rappresenta quel connubio tra l’arte della danza e quella del teatro”. Un connubio sorretto da un’idea e un sentimento profondo. Quello di Maria Luigia Gioffrè che con queste parole, ha svelato il perché del suo primo lavoro artistico tra danza e parola: “L’innamorato appagato non ha alcun bisogno di scrivere, di trasmettere, di riprodurre”.

Antonietta Bruno (foto Antonio Raffaele)

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