Campagna di sensibilizzazione della Capitaneria di porto di Soverato che poco prima di Capodanno ha allertato i Comuni della costa jonica e le cooperative di pescatori sulla presenza di una specie ittica “aliena”, altamente tossica, nei nostri mari. E’ il cosiddetto “pesce palla maculato”, proveniente dal Mar Rosso e arrivato nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez. “E’ una specie tropicale tra le più invasive dei nostri mari, ha colonizzato buona parte del bacino orientale ed è ora in espansione geografica. La sua presenza in acque italiane è stata registrata per la prima volta nel 2013 a Lampedusa, e da allora altre catture e segnalazioni si sono avute nella costa meridionale della Sicilia e della Puglia”, spiega la locandina diffusa dal Circomare Soverato.
La campagna e di sensibilizzazione è partita dall’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, insieme al Ministero delle politiche agricole – direzione generale pesca e acquacoltura, in collaborazione con le Capitanerie di porto e l’Icm, istituto di scienze del mare, di Barcellona. “I pesci palla sono tutti tossici al consumo e per questo ne è vietata la commercializzazione. Si riconoscono facilmente per la pelle senza squame e per le mandibole provviste di due grandi denti molto taglienti”, spiega la locandina diffusa dal Circomare. Secondo le informazioni degli esperti, le specie potenzialmente catturabili in acque italiane sono almeno tre: la più pericolosa è appunto quella del pesce palla maculato o lagocephalus sceleratus (foto in alto), molto tossico al consumo e potenzialmente mortale anche dopo la cottura, e che ha già causato alcuni decessi nei paesi del mar Mediterraneo orientale; ci sono poi il lagochephalus lagocephalus e lo sphoeraides pachygaster (foto a sinistra), tossiche al consumo.
“Hai catturato un pesce palla? Separalo dalle alte catture, evita il consumo, fai una foto, segnalaci la tua osservazione”, recita la locandina. “Lo scopo della campagna è prevenire incidenti attraverso una capillare diffusione delle informazioni relative a tale specie, in modo che queste possano raggiungere tutti gli attori della filiera della pesca, compresi i pescatori sportivi che potrebbero essere i più esposti al pericolo”, spiega la nota ministeriale diffusa dal Circomare. Che ricorda anche l’importanza di raccogliere ogni segnalazione della presenza del pesce palla nei mari italiani riportandola all’indirizzo pescepalla@ispramabiente.it
(r.e.)