Si è spento Moisè Asta, maestro di giornalismo e di lettere per generazioni di calabresi.

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Si è appena spento Moise Eugenio Asta, giornalista, docente di lettere e poeta, al quale sta andando il commosso ricordo di tanti amici e colleghi, anche di Soverato oltre che della “sua” Catanzaro e di tutta la Calabria. Nato a Cosenza ma sempre vissuto nel catanzarese, sposato con Angela dalla quale ha avuto quattro figli: Claudio, apprezzato medico del Pugliese-Ciaccio oltre che collega pubblicista con salde radici soveratesi, Brunella, Laura e Sabrina, giornalista professionista, Asta è stato un mastro che ha ispirato generazioni di ragazzi, sia come insegnante che come battagliero giornalista di ideali socialisti. Da ultimo ha insegnato al prestigioso liceo classico Galluppi, mentre nella sua lunga carriera giornalistica tra le numerose testate alle quali ha lavorato si ricordano, solo per citarne alcune, il vecchio Giornale di Calabria di Pietro Ardenti e la redazione dell’Agi, alla quale è approdato dopo aver fatto il corrispondente per l’Ansa, Il Mattino di Napoli e Momento sera di Roma. La sua prosa battagliera ha trovato ampio posto pure sul settimanale Il Gazzettino dello Jonio, fondato e diretto dal giornalista d’assalto Titta Foti, di fede anarchica.

Come si legge nella sua biografia, ha fondato e diretto l’emittente radiofonica Radio Centro Jonio di Catanzaro Lido ed è stato, in lunghi momenti successivi, collaboratore, giornalista e speaker delle emittenti televisive Radio Tele Calabria e Quarto Canale di Catanzaro. Per oltre tre lustri ha firmato, sempre in prima pagina, su Domenica Giallorossa, diretta da Pino Gigliotti, servizi sul Catanzaro-calcio. Ha fondato e diretto, per 18 anni, l’Ufficio stampa e Pubbliche Relazioni della Casa Editrice Rubbettino di Soveria Mannelli e ha fatto poi il coordinatore editoriale della rivista Calabria Letteraria di Emilio Frangella. Dopo aver fondato, diretto ed editato, in tempi diversi, i periodici L’architrave, Il frustino e l’agenzia di stampa Calabria-scuola del Comitato regionale della CGIL-Scuola, ha assunto la direzione responsabile del settimanale Il piccolissimo, un’agguerrita testata rimasta ininterrottamente in vita per oltre dieci anni, con una tiratura minima di 7.500 copie che ha raggiunto picchi di 15-18 mila copie.

“Solo ora mi rendo conto di quanto sia bella e preziosa la parola “papà “. La diamo per scontata perché siamo nati ed è la prima parola che impariamo a pronunciare. Poi diventa una abitudine, bellissima e meravigliosamente importante, ma sempre abitudine. Per noi figli, specie da giovani, il papà è un essere immortale, la roccia a cui sempre aggrapparsi, il porto sicuro. Tutto straordinariamente naturale e scontato. Solo quando il vecchio leone non ruggisce più, ci rendiamo conto del grande privilegio che abbiamo avuto, fin da bambini, da sempre, nel rivolgerci a lui, chiamandolo papà”, è lo stralcio delle parole con le quali lo ha ricordato il figlio Claudio. “(…) Si è solo preoccupato, durante la sua vita, di farci crescere felici, liberi nelle azioni e soprattutto nel pensiero e nei sentimenti. È per tutto ciò che la parola “papà ” diventa, oggi, ancora più bella e preziosa – continua il ricordo del figlio – perché è la sua eredità morale che ci ha donato e custodiremo nel cuore fino a quando anche noi non ruggiremo più”.

Bellissimo il ricordo, tra i tanti che stanno arrivando, di Roberto Scarfone. “La mia leggenda giovanile era un cronista calabrese, Moisè Asta. Aveva tutto per cambiare la vita di un adolescente suo conterraneo che ogni mattina lo vedeva passare da Via Indipendenza, la strada che a Catanzaro costeggia il tribunale. Aveva il fisico dell’Ernest Hemingway dei Quarantanove racconti, un nome –Asta – che evocava Poseidon che bilanciava il giavellotto prima di scagliarlo contro il nemico. Alcune volte leggevo i suoi pezzi anche due volte: nella scrittura avvertivo l’indignazione di un socialista del Novecento che duellava contro ingiustizia e arretratezza. Scendeva dalle Baracche – da quelle parti doveva avere la casa – e quando arrivava in Via Indipendenza mi sembrava Febo Apollo con nella faretra i dardi che si accingeva a scagliare da un appartamento sopra il palazzo della Standa dove c’era la sede del Giornale di Calabria“.

Anche l’ordine dei giornalisti calabresi, con il suo presidente Giuseppe Soluri, in prima persona “come vecchio amico”, esprimono ai familiari di Asta e in particolare a Claudio, collega pubblicista, le condoglianze più sentite per il grave lutto, alle quali si associa la redazione dell’Esuberante.it. I funerali si terranno domani, lunedì 28 dicembre, nella chiesa di Santa Maria della Pace, nel quartiere Santa Maria di Catanzaro.

Teresa Pittelli

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