Waterfront Soverato, ecco come sarà. Ma la ditta Procopio ricorre al Tar per l’annullamento.

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Nuova ed ennesima grana sulla procedura di appalto per la riqualificazione del litorale di Soverato, con un mega-progetto da 2,8 milioni che prevede di cambiare il volto del lungomare cittadino, a partire dalla villa comunale, già abbattuta. Mentre procedono i lavori aggiudicati alla ditta Mirabelli, con un nuovo rendering reso disponibile ieri dal sindaco Ernesto Alecci che da un’idea suggestiva di come apparirà l’opera una volta ultimata (foto), arriva però al Tar Calabria il ricorso della Costruzioni Procopio di Catanzaro arrivata seconda alla gara indetta dal Comune di Soverato.

La ditta Procopio chiede l’annullamento della determina comunale che aggiudica definitivamente l’appalto, e quindi anche del contratto con la ditta Mirabelli e della consegna anticipata dei lavori. Una richiesta che il ricorso, depositato nei giorni scorsi al Tar attraverso l’avvocato Francesco Masciari del foro di Catanzaro, basa su alcune contestazioni relative alla valutazione della commissione di gara, accusata di aver valorizzato con punteggio “sproporzionato” un’offerta che secondo i ricorrenti non avrebbe i presupposti “nemmeno astrattamente” di un progetto definitivo e degli altri requisiti richiesti dal codice degli appalti e dal preliminare posto a base della gara; la ditta Procopio evidenza ad esempio, tra le varie carenze a suo dire riscontrate nell’offerta Mirabelli, “l’assenza degli elaborati relativi ai calcoli di verifica e dimensionamento delle strutture, in particolare per quel che riguarda il non trascurabile aspetto delle fondazioni”; il ricorso descrive poi la rappresentazione del progetto Mirabelli come “volta a evidenziare aspetti meramente grafici al fine di distogliere l’attenzione dai contenuti tecnici”.

Tra le varie contestazioni, anche la presunta violazione da parte del Comune del periodo di 35 giorni che deve intercorrere secondo il codice degli appalti tra l’ultima delle comunicazioni sull’aggiudicazione definitiva e la stipula del contratto (cosiddetta clausola di stand still). Stipula che secondo la ditta Procopio sarebbe potuta avvenire solo a partire dal 18 dicembre 2015, avendo ricevuto comunicazione dal Comune dell’aggiudicazione definitiva via Pec il 13 novembre. Resta ora da vedere se i motivi del ricorso avranno qualche chance presso i giudici amministrativi, ai quali tra l’altro la ditta chiede il subentro nell’appalto o in alternativa il risarcimento del 10% dell’importo offerto, circa 189 mila euro, oltre che la sospensione cautelare dei lavori in attesa di fissazione della camera di consiglio; oppure se prevarranno le ragioni dell’amministrazione, che si opporrà al ricorso “nella consapevolezza della regolarità di ogni passaggio procedurale”, come ha spiegato ieri Daniele Vacca, assessore ai lavori pubblici.

Teresa Pittelli

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