*E
ra mercoledì 23 dicembre, giorno di sole e caldo primaverile. Perfetta giornata per far apprezzare a un amico ospite la propria cittadina e la sua storia. Felici e orgogliosi ci accingiamo a raggiungere i “famosi” ruderi di Soverato vecchia, già precedentemente ammirati dall’alto di Soverato superiore, con una vista mozzafiato tra antichità e mare di Magna Grecia. Ma Soverato è sempre capace di sorprendere.
Giunti “in loco” ci siamo trovati davanti a una impossibilità oggettiva di avvicinarci: ci si è presentata una strada a dir poco disastrata, 
camioncini distrutti ai margini , materiali di dubbia provenienza abbandonati, buche profonde almeno mezzo metro, un’ammasso di ghiaia ed erbacce che rendevano impossibile avvicinarsi anche al torrente. Morale della favola: non solo non siamo riusciti ad arrivare ai ruderi, ma non siamo nemmeno riusciti ad arrivare a un punto in cui questi fossero visibili. L’unica cosa che abbiamo ammirato con disprezzo è stata la totale incuria di un sito che potrebbe essere valorizzato sotto tutti i punti di vista. Il piccolo territorio di campagna soveratese è abbandonato a se stesso, sito di discariche a cielo aperto, per il totale dispiacere dei suoi cittadini.
*Gabriele Francavilla
Francesco Gregorace
