Ricorso sul presunto mancato rispetto delle quote rosa nella formazione della giunta: il 22 ottobre scorso il Comune di Davoli si è costituito dinanzi al Tar Catanzaro depositando controricorso per resistere al giudizio proposto dai consiglieri di opposizione, Cosimo Femia e Antonio Corasaniti.
Con l’occasione ricordiamo che, per quanto riguarda questo procedimento, sul Comune non graverà un euro, visto che gli assessori e il sindaco hanno deciso di accollarsi personalmente le spese. Nella difesa, argomentata dall’avvocato Giuseppe Pitaro, si è evidenziato come il sindaco di Davoli, Giuseppe Papaleo, ha svolto un ampio e compiuto procedimento istruttorio volto alla ricerca di personalità di sesso femminile da nominare come assessori. In pratica, si è posto l’accento su come le deduzioni sulle quali si posa il ricorso siano infondate e pretestuose.
Purtroppo, come ampiamente e documentalmente dimostrato dinanzi al Tar, il procedimento istruttorio svolto dal Sindaco ha dato esito totalmente negativo in quanto nessuno ha accettato di ricoprire la carica di assessore. Il sindaco, per garantire la governabilità dell’ente e tutelare la buona ed efficiente amministrazione e il buon andamento della cosa pubblica per i cittadini di Davoli, ha, pertanto, formato la Giunta Municipale con l’ausilio dell’unica consigliere di maggioranza di sesso femminile disposta ad accettare l’incarico.
Il procedimento legittimo seguito dall’amministrazione comunale, come anche recentemente statuito dal Tar Catanzaro con la sentenza relativa alla Giunta Comunale di Borgia, si legge nel controricorso, “è stato ribadito in modo univoco dalla giurisprudenza in materia secondo cui è pacifico che l’articolo 1 co. 137 legge 56 del 2014 deve essere derogato allorquando il Sindaco, dopo aver svolto un minimum di indagini conoscitive tese ad individuare all’interno della società civile i soggetti di sesso femminile da poter nominare assessori, abbia avuto esito negativo del procedimento istruttorio in quanto nessun soggetto di sesso femminile è disposto a ricoprire la carica di assessore”, né “la legge sulle quote rosa potrà mai in nessun modo obbligare un sindaco ad inserire un consigliere comunale di minoranza nella propria Giunta solo perché non vi sono assessori di sesso femminile”, a scapito della violazione del principio di formazione democratica ed elettiva degli enti.