Waterfront, Alecci: “Ecco il nuovo parco della città”. Presentato il progetto. Le critiche e le novità.

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Il PARCO CITTADINO. Un parco cittadino dove incontrarsi, fare fitness, portare i bambini a giocare. Con un’arena degradante verso il mare nella quale ospitare eventi e spettacoli estivi. Una scelta che secondo il sindaco, Ernesto Alecci, avrebbe seguito tutti i passaggi e gli iter previsti, nonostante i dubbi sollevati in merito dall’opposizione consiliare. E che sarebbe quella che meglio s’integra con il contesto urbano rispettando il criterio-guida del pisl: riqualificazione del fronte mare a sostegno del futuro porto turistico. “Il preliminare era stato redatto dall’ex responsabile Enza Chiaravalloti, in tempi stretti per cercare di prendere il mega-finanziamento. E’ vero che è mancata la condivisione pubblica sul preliminare e questa è stata una forte mancanza di cui mi prendo la responsabilità”, ha chiarito il sindaco. “Ma se siamo qui è perché siamo aperti al confronto, e agiremo solo per concorsi di idee e appalti integrati, non con affidamenti diretti come successo finora in Comune”, ha rincarato Daniele Vacca, assessore ai lavori pubblici. Questo in sintesi il messaggio della maggioranza comunale di Soverato che ieri sera ha presentato il progetto della ditta Mirabelli di Rende (Cs), vincitore della gara da 2,7 milioni di euro per la riqualificazione del waterfront, con rendering e fotografie esposti in sala consiliare del Comune insieme agli altri progetti in concorso. Sulla stessa linea il vicesindaco Pietro Matacera ed Emanuele Amoruso che ha ricordato il carattere costruttivo di questo incontro pubblico nell’anniversario della dichiarazione di Soverato-città.

LE CRITICHE. “Un’arena che prevedendo la demolizione del muro che fa da argine alle mareggiate potrebbe essere un pericolo da questo punto di vista, oltre che essere insabbiata al primo colpo di vento”, è la perplessità maggiore avanzata da Nicola Gioffrè, ingegnere che insieme al collega Franco Papaleo e la consulenza di Maurizio Paparazzo ha progettato la proposta della ditta Chiaravalloti. “E’ noto che la commissione ha valutato in meno di un giorno e mezzo 11 progetti esecutivi, e mi sembra di non aver visto la fase delle valutazioni su griglie di criteri oggettivi”, ha incalzato Gioffrè. “Un progetto con grafica spettacolare ma privo di contenuti, che tra chilometri di aiuole e arene non porta nuovo turismo o posti di lavoro”, è il giudizio finale di Gioffrè, corroborato da un infuriato Paparazzo che con toni appassionati ha sottolineato “la mancanza di vantaggi economici per il futuro della città”. A dar man forte alla truppa del “no” anche Chiara Giordano, che ha sottolineato l’inadeguatezza dell’idea di arena sul mare per pensare di ospitarci grandi eventi. “Nessun promoter sarebbe interessato”, ha osservato Giordano, anche se in merito Alecci ha precisato che l’arena dovrebbe ospitare fino a 2 mila posti. L’idea Gioffrè-Paparazzo-Ulderico Nisticò contemplava, invece, un progetto con attrazioni turistico-commerciali, dal museo multimediale a un’area sulla quale qualche privato avrebbe poi eventualmente potuto costruire un edificio per la talassoterapia. Altra critica è arrivata da Antonio D’Amato (che ha partecipato alla gara con l’impresa Scivoletto) in merito alla composizione della commissione che non avrebbe tenuto conto degli esperti locali, puntando solo su accademici “che nulla sanno del nostro territorio”. D’Amato ha proposto “una tavola rotonda in cui almeno suggerire ai vincitori alcuni modi di superare le criticità”.

COSA SUCCEDERA’ ADESSO. “L’attenzione alla cultura, all’arte e alla qualità della vita di chi vive in questa città, dal punto dell’aggregazione sociale di grandi, piccoli e anziani, ha un’importanza prioritaria anche rispetto ai turisti e agli aspetti commerciali, aspetti che non devono essere ottenuti con il waterfront ma con investimenti coraggiosi pubblici-privati che vi invito a proporre”, è stata la replica del sindaco, che ha aperto all’idea della talassoterapia “da realizzare anche in aree diverse”. Quanto ai dubbi sui tempi e su un eventuale ricorso al Tar ventilato dalla ditta Procopio, arrivata seconda, Alecci e Vacca hanno risposto che la valutazione dell’istanza della ditta è in corso, e al termine di questa istruttoria scatterà la conferenza dei servizi. Dopo di che il Comune sarà pronto alla firma del contratto. La spada di Damocle della chiusura di tutte le operazioni entro il 31 dicembre, però, consiglia al Comune di non procedere al contratto finché non si avranno certezze dalla Regione sulla possibilità di spostamento dei fondi nel Piano di azione e coesione, dal momento che una proroga non ci sarà. Il finanziamento è dunque a rischio, e solo la graduatoria dei Comuni che accederanno ai fondi Pac potrà dire se l’opera si realizzerà o no, anche se sindaco e assessore hanno prospettato in merito “buone chance”.

Teresa Pittelli

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